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Twitter dice stop alla pubblicità politica, Facebook nicchia

Di Redazione |

Da oggi, 22 novembre, su Twitter non sarà più possibile pubblicare inserzioni pubblicitarie a sfondo politico.

Una scelta “politically correct”, ma anche un’autoregolamentazione necessaria, per evitare la manipolazione della piattaforma di Twitter, come invece è accaduto ad altri social media.

Il CEO di Twitter, Jack Dorsey, ha commentato: “Vorremmo che i politici si guadagnassero la fiducia degli elettori, non che la comprassero”. “C’è bisogno di una regolamentazione” L’analista Fergus Hay spiega: “I social media hanno bisogno di una regolamentazione molto forte da parte degli organismi ufficiali, così come sono stati sempre regolamentati i media tradizionali. Se abbiamo un forte impatto normativo, in particolare da parte dell’Unione Europea e dei singoli paesi, allora si può iniziare ad avere un processo democratico equo e aperto che presenti argomenti utili per gli elettori che debbono prendere una decisione”.

Twitter è l’ultimo gigante social a dotarsi di una regolamentazione interna, dopo Google e dopo Facebook, il cui fondatore Mark Zuckerberg non ha però vietato le pubblicità politiche, spiegando: “In una democrazia, non credo sia giusto che le aziende private censurino i politici”. La prima prova di quanto possa funzionare o meno questo divieto di Twitter riguarda le elezioni nel Regno Unito, con due candidati molto “social” come Boris Johnson e Jeremy Corbyn. Il portavoce della Casa Bianca ha commenta: “Ê l’ennesimo tentativo della sinistra di mettere a tacere IL Presidente Trump”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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