Trump e quei fischi al MetLife: la Casa Bianca e la Fifa preoccupati per il Mondiale del 2026
Durante la finale del coppa del mondo per club presidente accolto da molti fischi anche durante l'inno e per la premiazione
Doveva essere un’anteprima della grande festa sportiva in programma tra un anno, ma la finale della Fifa Club World Cup giocata ieri al MetLife Stadium di East Rutherford ha finito per alimentare interrogativi più che entusiasmi sportivi per Donald Trump. Lo sostiene il Washington Post, riflettendo su quanto avvenuto ieri sera, quando il presidente americano, presente in tribuna d’onore con la first lady Melania e il presidente della Fifa Gianni Infantino, è stato accolto da qualche aplauso e cori "Usa! Usa!!, ma anche da una pioggia di fischi e buu durante l’inno nazionale e soprattutto al momento della premiazione, quando è salito sul palco per consegnare il trofeo al Chelsea.
Un segnale che preoccupa Fifa e Casa Bianca: il timore è che il Mondiale 2026, che si terrà tra Stati Uniti, Canada e Messico, si trasformi in una piattaforma di protesta contro la figura del presidente.
L’episodio ha riacceso le tensioni tra l’immagine inclusiva e globale della Coppa del Mondo e le politiche migratorie restrittive dell’amministrazione Trump. A giugno, il presidente ha firmato un ordine esecutivo che limita l’ingresso negli Stati Uniti per cittadini di 12 Paesi, tra cui l’Iran, già qualificato per il torneo. Le eccezioni previste per calciatori, tecnici e membri dello staff non si estendono però ai tifosi, alimentando i timori di una competizione monca dal punto di vista della partecipazione popolare. «La Coppa del Mondo? Quella in cui il mondo non è invitato? - ha commentato al Post Minky Worden, direttrice delle iniziative globali di Human Rights Watch - Trump vuole la gloria e le foto con i campioni, ma non l'inclusività che questo evento rappresenta».
La Fifa, da parte sua, ha già scelto da che parte stare e punta a tenere saldi i rapporti con il tycoon. Infantino ha recentemente inaugurato un ufficio all’interno della Trump Tower a New York e ha affiancato il presidente anche nei suoi recenti viaggi in Arabia Saudita e Qatar. Trump, dal canto suo, sembra determinato a usare il torneo come vetrina internazionale in vista delle elezioni del 2028. Ha nominato Andrew Giuliani, figlio di Rudy, a capo della task force per il Mondiale e ha incluso nella sua "One Big Beautiful Bill" un finanziamento di 625 milioni di dollari per sicurezza e logistica dell’evento.
«Vogliamo che queste partite siano sicure, ma anche un’opportunità per celebrare l’America», ha dichiarato Giuliani, cercando di rassicurare sulle procedure per i visti e sul fatto che gli stadi non saranno usati per operazioni di polizia migratoria. Lo sport, del resto, è un terreno a cui Trump ha sempre prestato molta attenzione: ha presenziato al Super Bowl, alla Daytona 500, a incontri Ufc e al campionato collegiale di wresling, consapevole del potenziale simbolico e mediatico di questi eventi.
Meno legato al calcio, che pure ora abbraccia grazie anche al rapporto personale con Infantino, il presidente vede nel Mondiale una chance per unire patriottismo, business e spettacolo. Ma il rischio, dopo i fischi di East Rutherford, è che l’edizione del 2026 finisca per trasformarsi non in un tributo alla grandeur americana, bensì in una celebrazione dell’opposizione a Trump.
Basta soccer ora si chiamerà football
Intervistato a margine della finale del Fifa Club World Cup al MetLife Stadium, il presidente americano Donald Trump ha ironizzato sull'idea di firmare un ordine esecutivo per rinominare ufficialmente il "soccer" in "football" anche negli Stati Uniti, in linea con il resto del mondo. «Penso che potremmo farlo», ha dichiarato ridendo ai microfoni di Dazn, accogliendo con entusiasmo la proposta del giornalista.
Ospite del presidente Fifa Gianni Infantino, Trump ha raccontato con soddisfazione la crescita del calcio negli Usa: «Penso che il calcio qui diventerà molto popolare. È davvero in ascesa». Ha poi aggiunto: «Gli altri leader mi hanno detto: "Un anno fa il vostro Paese era morto, e ora è il più "hot" del mondo. C'è molta verità in questo: eravamo messi male con un’amministrazione incompetente, ora il Paese è tornato "hot". È davvero "hot"».
Secondo Trump, lo sport ha anche un valore diplomatico: «Lo sport riguarda l’unità, lo stare insieme, tanto amore tra i Paesi. Credo che questo sia lo sport più internazionale, quindi può davvero unire il mondo». Parlando dei suoi idoli calcistici, ha citato Pelé come suo "Goat" personale: «L'ho visto giocare quando ero giovane, e lo ho sempre ammirato. Anche se questo forse mi fa sembrare un po' vecchio». Infantino, ha aggiunto Trump scherzando, gli avrebbe lasciato la Coppa del Mondo per club nello Studio Ovale, «che si intona perfettamente con il mio arredamento dorato».