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LA RESISTENZA

Ucraina, ecco i volti del battaglione Azov prima e dopo la guerra. E il Papa incontra le mogli dei soldati

Nell'acciaiaeria ci sono militari che necessitano di cure mediche qualificate immediate e che vivono in condizioni completamente antigieniche

Di Redazione |

«Tutto il mondo civile deve vedere le condizioni in cui si trovano e agiscono i difensori feriti di Mariupol!». Il reggimento Azov, l’unità militare ucraina con compiti anche di polizia, mostra al mondo per la prima volta le fotografie che ritraggono il dramma della guerra, con delle istantanee dei militari rimasti feriti nelle segrete dell’acciaieria Azovstal nella città martire di Mariupol. Lo riporta l’Ukrainska Pravda. Soldati che necessitano di cure mediche qualificate immediate e che vivono in condizioni completamente antigieniche, con ferite aperte fasciate con quello che resta di bende non sterili, ma anche senza i farmaci necessari e persino senza cibo. 

Il gruppo paramilitare nazionalista lancia poi un invito all’Onu e alla Croce Rossa a mostrare umanità nei loro confronti e a riaffermare i principi di base su cui sono state create soccorrendo i feriti. 

Le foto pubblicate sull'Ukrainska Pravda mostrano alcuni soldati con gli arti superiori o inferiori amputati, con mascelle e volti deformati, il cui corpo è stato martoriato da ferite profonde causate da proiettili o schegge. Tra le immagini anche quella di un uomo che fa il gesto della vittoria.

Intanto oggi al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro, al momento del cosiddetto "baciamano", papa Francesco ha incontrato le mogli di due ufficiali del Battaglione Azov,  Kateryna Prokopenko, moglie del comandante di Azov, Denis Prokopenko, e Yulya Fedosiuk, moglie di Arseniy Fedosiuk. A partecipare avrebbero dovuto essere in tutto quattro mogli dei militari, ma due, che si trovavano in Polonia, non sono riuscite ad arrivare in tempo a Roma. 

La presenza delle consorti degli ufficiali del reggimento ucraino all’udienza papale è motivata principalmente da ragioni umanitarie, riguardante la situazione di chi è ancora asserragliato nell’acciaieria. Già nei giorni scorsi al Papa era stata recapitata una lettera dei parenti degli «assediati di Mariupol» affinché si attivasse per favorire la loro evacuazione e salvezza. 

L’incontro con il Papa è stato «un momento storico. Speriamo tutti insieme che questo possa aiutare a salvare i nostri mariti, i soldati che sono nella Azovstal a Mariupol. Noi speriamo che questo incontro ci dia una chance per salvare le loro vite» ha detto Katarina e Yulia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA