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Sri Lanka, già oltre 290 le vittime: arrestate 24 persone, attentati «terroristici» ma dalla matrice ancora confusa e si indaga pure su falle nell’intelligence

Di Redazione |

COLOMBO – Pasqua di sangue in Sri Lanka devastato da una serie coordinata di attacchi tra i più sanguinosi degli ultimi anni contro la comunità cristiana. E’ di oltre 290 morti, di cui almeno 35 stranieri, e più di 500 feriti, ha reso noto oggi la polizia, il bilancio ancora provvisorio delle nove esplosioni, le prime sei in simultanea, che ieri hanno squarciato chiese nell’ora della messa ed alberghi pieni di turisti. E un portavoce dell’esercito cingalese stamattina ha reso noto noto che un ulteriore ordigno esplosivo è stato trovato e disinnescato nella tarda serata di ieri su una strada di accesso all’aeroporto internazionale vicino la capitale Colombo. Sempre stamattina, poi, la Bbc online riporta – citando la polizia dello Sri Lanka – che 24 persone sospette sono state arrestate nell’ambito delle indagini sugli attentati. 

Lo Sri Lanka, dopo decenni di conflitti interni tra governo e separatisti tamil e un periodo di pace, all’alba di ieri è dunque ripiombato nell’’ncubo. Sei esplosioni in sequenza sono avvenute in tre chiese e tre alberghi della capitale Colombo, frequentati anche da stranieri, e in altre due località, Batticaloa e Negombo. Per i fedeli in preghiera non c’è stato scampo. Altri due kamikaze sono entrati in azione ore più tardi alla periferia di Colombo, seminando ancora morte. Tra le vittime straniere si contano «diversi» americani (come annunciato dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo), britannici, olandesi, danesi, due turchi, un cinese e un portoghese. Al momento non risultano italiani coinvolti. La Farnesina ha comunque attivato l’unità di crisi e sta effettuando verifiche.

La paura si è diffusa in fretta: il governo ha imposto un coprifuoco di 12 ore, dalle 18 (le 14.30 in Italia) alle 6 del mattino (ed in effetti revocato stamattina), lasciando però la possibilità di partire a chi intenda abbandonare il Paese. Chi è in possesso di un biglietto aereo doveva solo mostrarlo ai posti di blocco per raggiungere l’aeroporto. Oscurati, «per evitare la diffusione di fake news», tutti i social media. Scuole chiuse per 48 ore. I segni degli attentati sono atroci: testimoni raccontano di brandelli di corpi e teste sparsi sui marciapiedi davanti agli alberghi.

Il ministro della Difesa dello Sri Lanka ha annunciato poche ore dopo gli attentati di avere «identificato i responsabili» di quelli che vengono ritenuti atti di «terrorismo» compiuti da «estremisti religiosi». Ma resta confusa la matrice degli attacchi, che il ministro delle Finanze ha definito un «tentativo ben coordinato di creare morti, caos e anarchia».

Dolore e condanna sono stati espressi dai leader di tutto il pianeta, dalla Russia alla Nuova Zelanda, dall’Europa ai Paesi del Golfo passando per gli Stati Uniti. Il Papa si è detto colpito da questa «violenza così crudele». L’arcivescovo di Parigi si è chiesto nella messa di Pasqua, svolta a Saint Eustache dopo il rogo di Notre-Dame, il «perché di tanto odio in questo giorno in cui celebriamo l’amore». E il presule di Colombo non è riuscito a contenere il dolore affermando che i responsabili degli attacchi «vanno puniti senza pietà». Il presidente della Commissione Ue Juncker ha parlato di «orrore», e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto al collega dello Sri Lanka Maithripala Sirisena condannando il «gesto vile e insensato» che ha colpito «fedeli inermi riuniti per celebrare la Pasqua». La Casa Bianca ha condannato nel modo più duro gli «ignobili attacchi terroristici».

Tra le vittime non solo cristiani, c’è perfino una famosa chef cingalese, ma si ritiene che si sia voluto colpire soprattutto questa comunità in un giorno sacro. Una strage quasi annunciata, tanto che la polizia aveva alzato la guardia da 10 giorni davanti alle chiese principali del Paese. E sempre la polizia dello Sri Lanka stamattina ha reso noto che le indagini sugli attentati di ieri esamineranno i rapporti secondo i quali la comunità dell’intelligence avrebbe fallito nel rilevare o mettere in guardia preventivamente contro possibili attacchi suicidi. Due ministri del governo cingalese hanno menzionato i fallimenti dell’intelligence. Gli attentati di ieri sono l’ultimo atto di una scia di sangue che, solo nel 2018 – secondo un rapporto di World Watch List – ha lasciato dietro di sé 4.305 cristiani uccisi.

Nel video che vi proponiamo, pubblicato su Youtube da euronews (in italiano), l’orrore e la disperazione dopo le stragi di PasquaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA