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L’Apollo 11 e lo sbarco sulla Luna, ecco le fasi salienti della storica diretta Rai che emozionò l’Italia

Di Redazione |

Il 20 luglio 1969 lo sbarco sulla Luna segnava l’apice della corsa allo spazio fra Stati Uniti e Unione Sovietica, cominciata il 4 ottobre 1957 con il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, e proseguita il 3 novembre 1957 con lo Sputnik 2 che portava nello spazio il primo essere vivente, la cagnetta Laika.

Sorpresi e scossi dai successi sovietici, gli Usa puntavano sul progetto Vanguard, ma il 6 dicembre 1957 il lancio fallì. Il primo satellite americano, l’Explorer 1, volò il 31 gennaio 1958 con il razzo Jupiter C. Lo aveva costruito l’ingegnere tedesco passato agli Usa Wernher Von Braun, che il 29 luglio 1958 diventava il capo della neonata agenzia spaziale americana, la Nasa.

Il 12 aprile 1961 il sovietico Yuri Gagarin era il primo uomo a volare in orbita; il 5 maggio dello stesso anno l’americano Alan Shepard affrontava un volo suborbitale e 20 giorni dopo il presidente John Kennedy annunciava di voler portare l’uomo sulla Luna in dieci anni con il Programma Apollo. Solo il 20 febbraio 1962 l’americano John Glenn raggiungeva l’orbita terrestre.

A segnare nuovi primati spaziali restava l’Urss: il 16 giugno 1963 con il primo volo di una donna, Valentina Tereskova, e il 18 marzo 1965 con la prima passeggiata spaziale, compiuta da Alexej Leonov. Per gli Usa il colpo più duro arrivò il 27 gennaio 1967, quando l’Apollo 1 esplose sulla rampa di lancio. Il programma, però, andò avanti: nel Natale 1968 l’Apollo 8 era nell’orbita lunare e il 20 luglio 1969 Neil Armstrong era il primo uomo a camminare sulla Luna. Nei tre anni seguenti 12 americani hanno raggiunto la Luna fino al 7 dicembre 1972, con l’Apollo 17.

Nel frattempo, il 19 aprile 1971 l’Urss aveva lanciato la prima stazione spaziale, chiamata Salyut, che nel luglio 1975 metteva fine alla guerra fredda tra le stelle grazie all’aggancio con l’Apollo 18: era la prima missione spaziale congiunta Usa-Urss. Iniziava una collaborazione che nei decenni successivi ha portato alla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale, di cui Usa e Russia sono partner accanto a Europa, Canada e Giappone. Per decenni la Luna è rimasta un ricordo, mentre l’attenzione di tutto il mondo si è concentrata sull’esplorazione del Sistema Solare e Marte è diventato un obiettivo interessante per il prossimo passo dell’uomo fuori dalla Terra. Un obiettivo possibile solo tornando alla Luna, da usare come trampolino per l’esplorazione. E’ cominciata così una nuova corsa, con nuovi protagonisti. Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha recentemente annunciato di voler portare astronauti sulla Luna nel 2024 e alimentano l’ottimismo i successi della navetta Orion, destinata a restituire agli Usa la capacità di portare uomini nello spazio. Nuovi anche i protagonisti, come Cina e India, e i privati come il fondatore di Amazon Jeff Bezos, che con il suo lander “Blue Moon”, intende portare astronauti sulla Luna.

Ma torniamo a cinquant’anni fa, allo sbarco sulla Luna: rivivere la tensione degli ultimi 3 minuti che hanno preceduto l’atterraggio della missione Apollo 11 sulla Luna ora è possibile grazie ad una simulazione video della Nasa che ha ricostruito il paesaggio lunare così come devono averlo visto Neil Armstrong e Buzz Aldrin a bordo del lander Eagle. I ricercatori si sono serviti delle immagini riprese dalla sonda Lro (Lunar Reconnaissance Orbiter) della Nasa, ripercorrendo l’esatta traiettoria seguita 50 anni fa e sincronizzandola con le autentiche registrazioni audio.

Il video parte nel momento in cui Armstrong, a circa 600 metri di altezza dal suolo, si rende conto che il sito di atterraggio previsto è cosparso di pericolosi massi. Avrebbe dovuto accorgersene prima, ma fino a quel momento l’attenzione dei due astronauti viene catturata da una spia di allarme scattata a circa 10.000 metri dalla superficie, di cui nessuno dei due capisce la causa: alla fine il controllo missione comunica di ignorarla, ma nel frattempo è stato sprecato tempo prezioso.

Pressato dalla scarsità di tempo e di carburante, Armstrong prende il posto del computer di bordo e riposiziona l’Eagle per farlo atterrare circa 500 metri più avanti, dove il terreno è più sgombro. Ad un’altitudine di poco più di 60 metri, al controllo missione si accende la spia del serbatoio: a terra iniziano quindi un conto alla rovescia di 94 secondi, al termine del quale si deciderà se atterrare o annullare la missione. Quando mancano solo 20 secondi, Armstrong spegne finalmente i motori e comunica l’avvenuto atterraggio, permettendo a tutte le persone nella stanza del controllo missione di tornare a respirare. 

Già, di tornare a respirare e di iniziare ad esultare, anche, dopo che una serie di problemi giusto prima dell’atterraggio hanno fatto temere che la missione potesse trasformarsi in un dramma.  

Nel video che vi proponiamo, pubblicato su YouTube da spottv90, uno spezzone che ripercorre la lunga diretta Rai sullo sbarco sulla Luna. E’ il 20 luglio 1969.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA