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Che Guevara, le ragioni di un mito inossidabile a 52 anni dalla morte

Di Redazione |

Medico argentino, Ernesto Guevara de la Serna detto il “Che” (dal suo tipico intercalare)  è una delle grandi figure di questo secolo. Dopo aver preso parte all’insurrezione cubana tentò di esportare l’esperienza della rivoluzione e della guerriglia in Bolivia. Catturato l’8 fu assassinato dai soldati del dittatore Barrientos il 9 ottobre 1967, esattamente 52 anni fa. Le sue spoglie, ritrovate nel luglio del 1997, riposano nel mausoleo di Santa Clara a Cuba.

Ernesto Guevara de la Serna ancora oggi è un mito rivoluzionario inossidabile: più passa il tempo, più pare rafforzarsi. Nato nel 1928, a Rosario, in Argentina, il medico Ernesto Guevara si unisce a Fidel Castro a metà del 1950, diventando presto il suo fidato braccio destro. Insieme, guidano la vittoriosa rivoluzione cubana. Dopo il 1965, lascia Cuba per portare la scintilla della rivoluzione in altri paesi, prima nell’ex Congo Belga poi in Bolivia. Catturato e condannato a morte dalle autorità boliviane il 9 ottobre 1967, fu giustiziato nella città di La Higuera e seppellito a Cuba 30 anni dopo, il 17 novembre 1997, quando i suoi resti furono ritrovati sulle Ande boliviane.

Nella storia del Che ci sono i caratteri originari del ‘900: la sua eterna giovinezza, categoria concettuale che percorre l’intero ‘900; la lotta armata e l’uso politico della violenza che ha caratterizzato l’intero Occidente fino all’epilogo sul finire degli anni ’70; la passione politica, con il rifiuto delle ragioni dell’economia, di ogni concezione deterministica della storia, di tutte le categorie legate alla produttività e al mercato; la ricerca dell’«uomo nuovo», orizzonte di tutte le utopie politichenovecentesche.

Non solo in Argentina e a Cuba, ma in molti paesi latinoamericani, il 52° anniversario di quel 9 ottobre 1967, quando venne crivellato a colpi di mitragliatrice, sarà ricordato con commemorazioni ed eventi.

Oltre alle vecchie, e nuove, biografie, e ai saggi sulla vita militare e sulle idee politiche – la lotta armata, l’internazionalismo – del “comandante” molti sono i ricordi, con gli inevitabili aneddoti, di chi l’ha conosciuto.

Sul guerrigliero più fotogenico del pianeta in questi giorni non mancano d’altra parte i siti web oppure le immagini, fra le quali quelle celebri di Alberto Korda, che lo ritrasse col basco e la stella a cinque punte, e di Freddy Alborta, autore delle foto con l’espressione di Cristo che il volto del Che assunse da morto. Fotografie che, tramite mille strade, hanno contribuito afar uscire Guevara dai limiti della storia latinoamericana, per farlo diventare un’icona internazionale.

E in fondo, quello che un po’ tutti gli analisti cercano di capire è proprio perché, 40 anni dopo, la figura del Che sia rimasta intatta nella memoria di due-tre generazioni, e quali siano gli ingredienti del mito.

Per il messicano Jorge Castaneda, autore di una delle biografie (“Companero”) più note, «Guevara è entrato a far parte delle utopie sociali e dei sogni di un’intera generazione a causa di un’affinità quasi mistica con il suo tempo. Ha avuto un’identificazione pressoché perfetta con il periodo storico in cui visse».

Tesi non molto diversa da quella dello scrittore inglese John Berger, per il quale Guevara viene ancora oggi ricordato «nontanto per le sue azioni – del tutto fallimentari sia in Bolivia sia in Africa – ma per il modo in cui, ricorrendo per esempioall’utopia e al martirio, le intraprese».

In mezzo a tanta ammirazione, non manca qualche valutazione decisamente negativa. In un articolo in cui descrive il Che come «una fredda macchina omicida», Alvaro Vargas Llosa (figlio del più noto Mario) affermò: «Forse il Che era innamorato della propria morte, di certo lo era di più della morte degli altri».

Iin Argentina, Guevara continua comunque a battere gli altri due grandi miti nazionali, lo scrittore Jorge Luis Borges ed Evita Peron. In un sondaggi di qualche tempo fa, migliaia di telespettatori votarono votato proprio a favore del Che quale politico argentino più popolare del XX secolo. In quell’occasione, Guevara è riuscito a stracciare persino Evita. 

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