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La famiglia di mormoni bruciata viva dai narcos

Di Redazione |

Opinione pubblica ancora sottochoc, in Messico e Stati Uniti.

La strage della famiglia di mormoni LeBarón (con doppio passaporto, messicano e americano), sei bambini e tre donne, avvenuta sulla strada di Rancho de La Mora, al confine tra gli Stato messicani di Sonora e Chihuahua, ha lasciato un segno indelebile.

Ora, da parte del Presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, è guerra dichiarata ai “cartelli” della droga, i “narcos”, che controllano una parte del territorio messicano, dove spesso non azzardano ad avventurarsi nemmeno le forze dell’ordine.

Un video pubblicato sui social media mostra i resti carbonizzati di un auto crivellata di fori di proiettile: le vittime sono bruciate vive nel rogo appiccato dal commando di assassini.

Secondo gli inquirenti, all’origine del massacro della famiglia LeBarón è possibile uno scambio di identità. Cioè: uccisi per errore.

Padre di Rhonita Maria Miller e nonno di quattro nipoti morti nell’assalto dei “narcos”, l’uomo ammette: “Avevamo ricevuto minacce da parte del crimine organizzato”.

La famiglia LeBarón era nota per le sue posizioni anti-violenza.

Altri otto giovani sono stati trovati vivi dopo essere fuggiti dai loro mezzi e nascosti dove hanno potuto, ma almeno cinque di loro avevano ferite da arma da fuoco. Sono stati trasportati negli Stati Uniti d’urgenza.

“Cancelliamo i cartelli della droga dalla faccia della Terra”In un tweet il Presidente americano Donald Trump ha scritto:“Questo è il momento per il Messico, con l’aiuto degli Stati Uniti, di fare la guerra ai cartelli della droga e cancellarli dalla faccia della Terra”.

Il Presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, dopo una telefonata con Trump martedi sera, ha rifiutato l’offerta della Casa Bianca per l’invio dell’esercito, ma ha accettato la collaborazione dell’FBI nelle indagini sulle nove vittime americane (con passaporto anche messicano), rivendicamendo, tuttavia, l’autonomia giudiziaria messicana sul caso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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