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Inchiesta Iene, Conte mentì sul concorso per diventare prof?

Di Redazione |

ROMA – Giuseppe Conte ha mentito sul suo concorso da professore ordinario? Le Iene tornano a chiederlo al premier, sulla base di alcuni nuovi documenti. E’ un nuovo capitolo di un filone aperto fin dalla nomina alla presidenza del Consiglio. Un filone che indaga sui rapporti tra Conte e Guido Alpa, suo mentore e commissario nel concorso che nel 2002 promosse l’attuale premier a professore ordinario di diritto privato. Le Iene annunciano rivelazioni nel servizio che andrà in onda martedì sera e subito Matteo Salvini attacca. Ma lui, Conte, ostenta tranquillità: «Rimestano in una storia vecchia. Non c’è nessun conflitto. Vedrò il servizio, se necessario preciseremo ancora in piena trasparenza».

Il servizio delle Iene mira a dimostrare che Conte e Alpa, all’epoca del concorso incriminato, lavoravano insieme, nello stesso studio legale, prima che Alpa giudicasse Conte come membro della commissione che doveva assegnargli una cattedra. A dimostrarlo, portano ora alcuni documenti, tra cui la lettera di incarico inviata dal Garante per la privacy, risalente al 29 gennaio 2002, «per fare assumere la propria difesa» in una causa tra Rai, Garante e Agenzia delle entrate, aperta al Tribunale civile di Roma: «La lettera – anticipano Le Iene – ha un unico numero di protocollo, è inviata a un unico studio legale, presso un unico indirizzo e indovinate a chi è indirizzata? ‘Al Prof. Guido Alpa e al Prof Avv. Giuseppe Conte, Via Sardegna, 38, Romà». Il premier ha sempre affermato di avere avuto uno studio al piano superiore rispetto a quello di Alpa. Ma affermava di stare, sostengono le Iene, «in via Cairoli» e invece il documento dimostrerebbe che erano entrambi domiciliati in via Sardegna. Inoltre nel servizio dovrebbe essere mostrata una proposta di parcella comune.

Nessuna novità, replica però il premier. In estrema sintesi: le attività professionali erano separate e le fatture anche, viene spiegato, e i nuovi documenti non proverebbero alcunché. Lo dice lo stesso premier ospite di PhotoANSA2019: anticipa di aver rilasciato un’intervista alla trasmissione di Italia 1, a margine di un evento a Vallo Della Lucania: «Abbiamo fatto 25 minuti di registrazione e spero che la montino bene perché l’ho fatto registrare anche dal mio fotografo. Mal gl’incolse al professor Alpa, è stato perseguitato per avere avuto un coinquilino che è diventato presidente del Consiglio. Ho spiegato che non c’è nessun profilo di interessi. Non c’è stata mai un’associazione professionale tra di noi, né di fatto né di diritto. Mai un conto corrente comune. Al concorso da professore ordinario c’erano cinque commissari: hanno deciso all’unanimità, mentre ne bastavano tre, e nessuno ha impugnato. Ho agito in piena trasparenza». Le spiegazioni non sembrano però destinate a bastare alla Lega, che con Alberto Bagnai cita la vicenda in Aula, e a Salvini, che anche su questo fronte attacca: «Conte bugiardo, non solo sul Mes ma anche sulla sua carriera?».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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