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Coronavirus, dopo dieci giorni pronto ad aprire il nuovo ospedale di Wuhan: il timelapse dei lavori

Di Redazione |

PECHINO – Dopo dieci giorni d’intenso lavoro, trasmesso in diretta sui social, il primo ospedale speciale di Wuhan, il Huoshenshan (“Montagna del dio fuoco”), è stato finito e domani comincerà la sua lotta contro il nuovo coronavirus.

La struttura, realizzata in tempi record nella capitale dell’ Hubei, è stata fortemente caldeggiata dal presidente Xi Jinping ed è destinata a divenire il simbolo della lotta all’epidemia che ha causato 305 vittime e che sta mettendo in forte difficoltà un intero Paese, costretto a rallentare se non a fermarsi.

Come nel caso della città di Huanggang, sempre nell’Hubei, che temendo di essere la prossima Wuhan, ha chiuso gli esercizi commerciali, tranne i supermercati, i mercati agricoli e le farmacie che avranno superato l’esame di idoneità, negli sforzi per frenare il contagio venuto dalla vicina Wuhan. Stesse motivazioni per Wenzhou, la terza città più grande dello Zhejiang con oltre 9 milioni di abitanti, che si è autoisolata, varando la stretta dei movimenti ai suoi residenti e chiudendo le strade, inclusi i 46 caselli autostradali.

La paura e il contenimento dell’epidemia sono alla base dell’ Huoshenshan, l’ospedale che sarà gestito dai medici militari: 1.000 posti letto e il potenziale per assistere fino a 10.000 pazienti. Tra pochi giorni, dal 6 febbraio, sarà affiancata dall’ospedale gemello, il Lieshenshan (“la montagna del dio tuono”), altra megastruttura in corso di realizzazione con l’uso di moduli prefabbricati da totali 1.500 posti letto.

Il presidente Xi, a capo della Commissione centrale militare e quindi commander-in-chief, ha dato l’approvazione all’invio del personale medico militare composto da 1.400 unità. Ci saranno 950 medici degli ospedali collegati alla Peoplès Liberation Army (PLA) Joint Logistic Support Force, e altri 450 provenienti dalle università militari tra esercito, marina e aeronautica, già presenti da giorni a Wuhan.

Tra i medici inviati ce ne sono diversi con una consolidata esperienza nelle malattie infettive, avendo partecipato alla campagna contro la Sars del 2003 – in particolare, lavorando nell’ospedale Xiaotangshan costruito a Pechino e ora in fase di ammodernamento per ritornare in servizio contro il coronavirus -, e alle missioni anti-Ebola in Sierra Leone e Liberia. A Wuhan, ci sono 15 esperti di prevenzione e controllo delle epidemie, il meglio che la Cina può mettere in campo.

Sempre a Wuhan, il focolaio del coronavirus, le persone sospettate di aver contratto l’infezione saranno «isolate in aree designate con effetto immediato». Una nuova disposizione emessa dalle autorità sanitarie locali profila la nascita di una sorta di “lazzaretti”. Negli sforzi per contenere il contagio, le categorie finite nel mirino includono coloro ai quali è stata diagnosticata la febbre collegata alla polmonite e coloro che sono stati «in stretto contatto» con pazienti contagiati accertati. Un altro pezzo di una strategia che da domani vedrà in azione il primo dei due ospedali “gemelli”, orgoglio della riscossa cinese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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