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Carlo Acutis, il mistero del corpo a 14 anni dalla morte: incorrotto o “trattato”?

Di Redazione |

Assisi – Ha avuto luogo ieri ad Assisi la cerimonia che ha dato avvio agli eventi collaterali alla beatificazione di Carlo Acutis, in programma il 10 ottobre nella Basilica di San Francesco. Al termine della celebrazione nel Santuario della Spogliazione, alla quale hanno preso parte anche i genitori di Carlo (nato nel 1991, vissuto a Milano, morto nel 2006 a Monza per una leucemia fulminante e dichiarato Venerabile nell’estate del 2018), è stata aperta la tomba con il corpo del giovane che resterà visibile fino al 17 ottobre.

Commossa la mamma, Antonia Salzano: «Ci auguriamo – ha detto – che attraverso l’esposizione del corpo di Carlo i fedeli possano elevare con più fervore e fede le preghiere a Dio che attraverso Carlo ci invita tutti ad avere più fede speranza e amore verso di lui e verso i nostri fratelli, proprio come Carlo ha fatto nella sua vita terrena». L’apertura al pubblico della salma del giovane Venerabile ha rivelato quello che appare come un mistero: il corpo apparentemente intatto è incorrotto o è stato precedente “trattato” proprio per essere esposto? Se in un primissimo tempo si era parlato di corpo incorrotto, quindi non soggetto alla fisiologica decomposizione nonostante il passare del tempo, si va invece adesso facendo strada l’ipotesi che dopo che i resti sono stati traslati nel Santuario della Spogliazione di Assisi, sono stati sottoposti ad una sorta di “imbalsamazione”. Il viso in particolare sarebbe stato ricostruito con una maschera di silicone.

Nel corso dell’omelia di ieri il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ha sottolineato l’importanza dell’esempio del giovane beato per i giovani: «Carlo – ha ricordato – ha avuto una missione specialmente per i suoi coetanei di questo tempo così entusiasmante e, insieme, così disorientato. Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro, ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori, nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore. Carlo è un ragazzo del nostro tempo. Un ragazzo dell’era internet, e un modello di santità dell’epoca digitale, come lo ha presentato papa Francesco nella sua lettera ai giovani di tutto il mondo». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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