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Tunisia, traffico di rifiuti con l’Italia: arrestato il ministro dell’Ambiente

Di Redazione |

Prima è stato dimissionato, poi arrestato nella notte a Tunisi. La ”rifiuti connection” sull’asse Italia – Tunisia porta all’allontanamento dal governo del ministro dell’ambiente tunisino, Mustapha Aroui. Poche ore dopo la Polizia giudiziaria lo ha prelevato nella sua casa nella Capitale.Aroui sarebbe coinvolto in un traffico illegale di 120 tonnellate di rifiuti (in 70 contenitori), provenienti dall’Italia.

Secondo Hamdi Chebaane, esperto di gestione dei rifiuti e membro di una coalizione della società civile, Tunisie Verte, “i rifiuti che si trovano attualmente nei contenitori sequestrati sono rifiuti domestici, che sono classificati come pericolosi. Non dovrebbero essere esportati nei Paesi in via di sviluppo che non sono in grado di trattarli”.

Materie plastiche, rifiuti ospedalieri, centraline elettriche, scarti industriali, importati dall’Italia da una società tunisina e bloccati al porto di Sousse.

Beshir Yahya, direttore del riciclaggio presso l’Agenzia nazionale per il riciclaggio dei rifiuti (ANGED), delinea i contorni della vicenda: “L’importazione di questi rifiuti è stata effettuata senza passare attraverso i canali ufficiali, che richiedono una pre-approvazione, e senza ottenere l’autorizzazione dei servizi ufficiali responsabili dell’importazione di questo tipo di residui”.

In Tunisia, le attività di raccolta, trasporto e gestione dei rifiuti sono regolate da una serie di convenzioni internazionali, firmate dal Paese nordafricano, oltre che da misure nazionali. Il Ministero tunisino non ha smentito l’esistenza del contratto d’import al centro dell’inchiesta, ma ha riferito di non aver concesso nessun tipo di licenza o autorizzazione alla società tunisina coinvolta.

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