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IL CASO

Catania: ragazzini si arrampicano sulla statua dell’Elefante, sfregio al simbolo della città

A dondolo sulla proboscide e sulle zanne, hanno rischiato di danneggiare seriamente il Liotru

Di Leonardo Zermo |

Da tempo si parla di movida violenta, un po' tutte le città d'Italia fanno i conti con bande di ragazzini senza scrupoli, di soprusi, di accoltellamenti, di vandalismi. E Catania non fa eccezione, Anzi. Queste immagini in un certo senso lo dimostrano. Sono immagini che circolano sulle chat di whatsapp e così sono arrivate in redazione. Riprendono un gruppo di ragazzini catanesi che nella centralissima piazza Duomo, proprio davanti al municipio, si arrampicano sulla Statua dell'Elefante, simbolo della città, e dondolano appesi sulla proboscide e sulle zanne.

Un vero e proprio scempio che poteva anche finire malissimo se alcune parti della statua avessero ceduto al peso dei ragazzini che l'hanno oltraggiata. La proboscide si sarebbe potuta spezzare e il Liotru sarebbe rimasto mutilato.

E' comunque incredibile che davanti alla sede del Comune, davanti alla Cattedrale, nel cuore di Catania, questi ragazzi abbiano potuto commettere questo sfregio all'Elefantino e rimanere impuniti. Al momento non si ha notizie di un intervento delle forze dell'ordine che pure in quella zona dovrebbero essere molto presenti.

L'elefantino di piazza Duomo è il simbolo della rinascita della città dopo il disatroso terremoto del 1693 che rase al suolo mezza Sicilia orientale. Quella statua in pietra lavica raffigura un elefante, anzi, l’elefante, emblema della città, della provincia, della squadra di calcio, dell’Università. Ed è una statua che sormonta appunto “la Fontana dell’Elefante”. 

Il Liotru è simbolo di Catania “soltanto” dal 1239. Prima era San Giorgio. Poi i catanesi decisero di cambiare. La statua così come la conosciamo noi è opera dell’architetto Giovan Battista Vaccarini e fu realizzata tra il 1735 e il 1737. La statua, in pietra lavica, esisteva già, anche se era stata danneggiata dal sisma. Fu realizzata durante la dominazione Cartaginese o forse bizantina. Vaccarini aggiunse gli occhi in pietra bianca e le zanne issandola poi sulla fontana monumentale con la proboscide rivolta verso Sant'Agata. L'obelisco egizio, di 3,66 metri di altezza, in granito, fu portato a Catania durante le crociate e poi collocato sopra la statua del Liotru. I catanesi consideravano l'elefante un simbolo di protezione contro le eruzioni dell'Etna.

Sulla cima dell’obelisco ci sono un globo, circondato da una corona di una foglia di palma  e di un ramo di gigli, che rappresentano il martirio e la purezza, una croce e su una tavoletta in metallo c’è l’iscrizione dedicata, ovviamente, a Sant’Agata, patrona della città: “MSSHDPL” (che in latino è l’acronimo della locuzione «Mente sana e sincera, per l’onore di Dio e per la liberazione della sua patria»).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA