Covid, la Sicilia è nella fascia “arancione”  e il dpcm entrerà in vigore da venerdì

Di Redazione / 04 Novembre 2020

La Sicilia è stata inserita nell’area «arancione» dall’ordinanza firmata dal ministro della Sanità, Roberto Speranza. Il dpcm e i provvedimenti relativi entreranno in vigore da venerdì. 

Una scelta basata sui 21 parametri dell’Istituto superiore di Sanità, comprendenti l’indice di trasmissibilità Rt (in Sicilia l’ultimo dato utile, relativo alla scorsa settimana, è di 1.42, sotto la soglia d’allerta dell’1.50 e distante da regioni che hanno già sforato quota 2), ma anche l’«incidenza dei casi e gravità cliniche elevate», con «pressione sostenuta per i dipartimenti di prevenzione e i servizi assistenziali», in cui un peso importante ha il tasso di occupazione dei posti in rianimazione, che nell’Isola è oggi è al 25,5% (150 su 588), al di sotto del 30% (176 ricoverati) fissato come limite di guardia.

In base a tutti i criteri la Sicilia era sul filo fra il giallo e l’arancione ma da Roma è stato deciso di collocare l’Isola al livello più alto fra i due.

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ECCO COSA PREVEDE IL DPCM SULLE ZONE ARANCIONI. La zona arancione prevede il coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute; vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dalle Regioni, e tra comune e comune salvo che per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute; bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie chiusi sempre, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio; centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno; negozi chiusi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali; mercati chiusi, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari;  capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%); musei e mostre chiusi; corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi.

SCUOLE. Per quanto riguarda le scuole restano aperte quelle dell’infanzia, le elementari e le medie. Didattica a distanza invece per gli studenti delle scuole superiori ad eccezione per gli alunni con disabilità e in caso di laboratori. Chiuse anche le università. Le restrizioni entreranno in vigore da venerdì 6 novembre.

CONTE. “Tutte queste misure” scatterano “insieme da venerdì” e poi “con future ordinanze del ministro della Salute sulla base dell’aggiornamento sulle condizioni di rischio. Si tratta di ordinanze non arbitrarie e discrezionali perchè recepiranno l’esito del monitoraggio periodico che vien fatto congiuntamente dell’Istituto superiore di Sanità, ministero della Salute e rappresentanti delle Regioni e condivisi anche con Cts”. “C’è stato ampio confronto con le Regioni, questo sistema è stato elaborato e approvato con i rappresentanti delle stesse. C’è una cabina di regia dove ci sono rappresentanti delle Regioni, che non sono un alter ego ma sono parte integrante di questo sistema. E’ improprio dire confronto con le Regioni, sono parte integrante. Confronto solo con comunità scientifica e cittadini”. Così il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. “Non è possibile negoziare e contrattare sulla salute dei cittadini, non lo faranno i presidenti delle Regioni nè il ministro della Salute. Il contraddittorio ci sarà, le decisioni verranno prese dal ministro sentito il presidente della Regione ma non verrà negoziato”.

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