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LA CERIMONIA

I funerali di Trantino al Duomo di Catania. L’arcivescovo Renna: «Un uomo del nostro tempo, che ha fatto grande la città»

Migliaia di persone e il ricordo, tenero e commosso, dei nipoti: «Sei stato il nostro idolo e il nostro migliore amico»

Di Leandro Perrotta |

«Enzo Trantino ha coltivato i suoi ideali, curandoli in un modo che la sua famiglia ci testimonia. Sempre coerente in tutto l’arco della sua vita. Chi dialoga con la propria coscienza dialoga con Dio stesso», l’omelia dell’arcivescovo Luigi Renna, dal pulpito della Cattedrale di Catania, viene ascoltata in silenzio all’interno di un Duomo gremito da migliaia di persone.

Dopo l’ultimo saluto al tribunale di Catania e il tributo della Camera penale, la salma dell’avvocato Enzo Trantino, principe del foro, già deputato, padre del sindaco Enrico, è stata portata nella basilica per le esequie religiose. Tra i banchi della chiesa c’erano tutti: il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, l’europarlamentare Ruggero Razza, il senatore Salvo Pogliese, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, la prefetta Maria Carmela Librizzi, i deputati Ars Giorgio Assenza ed Ersilia Saverino, il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi in prima fila accanto al vicesindaco Paolo La Greca.

A elencare tutti i rappresentanti politici e istituzionali non basterebbero le righe. «Un uomo davvero al servizio della collettività – lo definisce monsignor Renna – L’onorevole ha dialogato con tutta la città, indicando un metodo con il suo contributo». Ascoltare gli altri per sapere discernere il bene dal mare e saper governare sono state «caratteristiche che hanno definito in maniera profonda il nostro defunto». Da cui il monito, e l’invito, a tutti: «Nella vita privata, nella professione, nella politica: avere un cuore che sa ascoltare e discernere, e poi naturalmente scegliere il bene».

Trantino, afferma Renna, «non va definito “un uomo d’altri tempi”, per sottolinearne la nobiltà d’animo. No. L’onorevole Trantino è stato un uomo del nostro tempo, della fine del XX e dell’inizio del XXI secolo. Si tragga da lui esempio perché nessuna linea temporale rimanga orfana di chi ha sorretto il bene comune. Non è stato un uomo d’altri tempi, ma un uomo che rende grande questa città e che è incarnazione del nostro tempo», conclude.

Fuori dalla Cattedrale, uno striscione di Gioventù nazionale che recita: «La tua storia, la nostra storia». Dentro la chiesa le testimonianze di chi gli è stato al fianco professionalmente. Il presidente dell’Ordine degli avvocati Ninni Distefano: «Il garbo e la tenerezza per i giovani sono sempre stati la cifra di Enzo Trantino; ironico e attento verso gli altri, si spostava da un’udienza all’altra senza un inciampo»; quello della Camera Penale Francesco Antille: «Fece del rispetto della legge le linee guida del suo operato, gli siamo tutti debitori. La sua cultura trasformava il fascicolo freddo processuale in materia viva. Diceva: “Dietro a queste carte ci sono persone vere”. Lo piangono anche i suoi avversari politici».

Ma anche, e soprattutto, quello più intimo e delicato dei nipoti. «Tu dalla tua poltrona e noi distesi sul letto ad ascoltarti incantati. Con la tua infinita saggezza ci hai aiutato a superare ogni momento di difficoltà, eri riparo per qualsiasi sconforto trovato all’esterno – dicono – Questo eravamo noi: amici e complici. Sarai sempre indelebile nei nostri ricordi, siamo orgogliosi di portare il tuo nome, sperando di diventare almeno in parte l’uomo che sei stato. Il nostro idolo, il nostro migliore amico»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA