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"Liberi di scegliere", approvata dall'Ars la legge per allontanare i minori dai contesti mafiosi

La legge è nata dal protocollo ideato dal presidente del tribunale per i minori di Catania, Roberto Di Bella

Redazione La Sicilia

28 Maggio 2025, 18:45

San-Cristoforo-bambini

L’Ars ha approvato il disegno di legge "Liberi di scegliere", per reinserire madri e minori lontano dai contesti mafiosi di provenienza. «È il segnale concreto che nessuno ha un destino segnato per sempre e che dalla mafia si può uscire e ci si può affrancare», dice il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, commentando la votazione della legge nata dal protocollo ideato dal presidente del tribunale per i minori di Catania, Roberto Di Bella, applicato prima nei contesti di 'Ndrangheta in Calabria e poi in Sicilia. L'approvazione è giunta a due anni dall'arrivo della proposta in aula con primo firmatario il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. E il nostro quotidiano ha sostenuto il progetto di legge con una campagna.

Turano: «Così diamo una concreta alternativa di vita»

«Con l’approvazione della legge 'Liberi di scegliere', diamo una concreta alternativa di vita e prospettiva di riscatto ai minori provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o vittime della violenza mafiosa e ai familiari che si dissociano dalle logiche criminali». Lo dice l'assessore all'Istruzione e alla formazione professionale Mimmo Turano, esprimendo soddisfazione per l'approvazione oggi all'Assemblea regionale siciliana della legge che nasce dal percorso avviato con il protocollo d’intesa siglato tra Regione, Usr Sicilia e l’associazione culturale bene sociale "Biesse" per la realizzazione del progetto denominato 'Giustizia e Umanità – Liberi di scegliere', ispirato all’opera del giudice minorile e presidente del Tribunale per i minori di Catania Roberto Di Bella.

«La legge approvata oggi dal Parlamento siciliano - aggiunge Turano - si pone l’obiettivo di contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica, la devianza minorile, coinvolgendo scuole e centri di aggregazione e promuovendo la cultura della legalità. E di questo vado particolarmente fiero, perché la lotta alla mafia comincia dai banchi di scuola». 

Il commento di Giuseppe Lombardo (Grande Sicilia)

Per il deputato di Grande Sicilia, Giuseppe Lombardo, «l'aula ha compiuto un atto di grande maturità e responsabilità politica, ma anche un atto di avanguardia nelle politiche sociali e nella lotta alla devianza minorile». «È stato un lavoro lungo, complicato, articolato, ma appassionato - ha aggiunto intervenenendo a sala d’Ercole - un percorso condiviso all’interno della VI commissione, che ha portato a un testo arricchito e rafforzato nella sua efficacia».
Il Ddl, ora legge, eleva a sistema normativo le buone prassi sviluppate in particolare nella città di Catania, consolidando un modello di intervento coordinato per la protezione dei minori a rischio. Il provvedimento prevede una rete istituzionale integrata, che coinvolge Prefetture, autorità giudiziaria minorile e ordinaria, forze dell’ordine, servizi sociali dei comuni e delle Asp e istituzioni scolastiche.
«Un modello che punta ad allontanare i minori dai contesti familiari criminali - ha aggiunto Lombardo - e che, in alcuni casi, può cambiare radicalmente il destino dei nostri ragazzi».
Lombardo ha ricordato l’esperienza maturata da assessore ai servizi sociali del Comune di Catania, dove fu siglato un protocollo che prevedeva la revoca dei sussidi pubblici alle famiglie responsabili di gravi episodi di abbandono e dispersione scolastica: «Una misura concreta, che ha dimostrato di essere un importante deterrente e che oggi trova una sua legittimazione normativa».
«Oggi - conclude Lombardo - la Sicilia si dota di uno strumento moderno, coraggioso e concreto. Una legge che guarda ai nostri figli e al loro diritto di crescere liberi, al di fuori dei condizionamenti mafiosi. È un investimento sul futuro della nostra terra».