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Rimborso da mezzo milione a Leroy Merlin: cosa dice la condanna del Tar e dov'è l'errore del Comune

Palazzo degli Elefanti avrebbe anche potuto pagare a rate, dicevano i giudici, «viste le note difficoltà finanziarie del Comune»

Luisa Santangelo

08 Maggio 2025, 12:34

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Viste le «note difficoltà finanziarie del Comune di Catania, occorre disporre che il pagamento di quanto dovuto avvenga attraverso un’opportuna rateizzazione del debito in tre distinti esercizi finanziari». I giudici del Tar del capoluogo etneo si sono passati una mano sulla coscienza. Quando hanno condannato, nei mesi scorsi, Palazzo degli Elefanti alla restituzione di 550.449,20 euro a Leroy Merlin «a titolo di oneri di urbanizzazione e costo di costruzione» non dovuti, hanno stabilito che il pagamento potesse avvenire a poco a poco. Il 16 aprile 2025, però, la Ragioneria ha ordinato la liquidazione dell'intera somma, prelevandola dal bilancio 2025-2027.

La notizia è emersa grazie a un'interrogazione depositata nei giorni scorsi dal Movimento 5 stelle. I consiglieri pentastellati Graziano Bonaccorsi e Gianina Ciancio, alla luce degli impegni di spesa del Comune, non usano mezzi termini. Parlano di un «errore macroscopico da parte della direzione Urbanistica» di via Biondi. La storia è, di per sé, abbastanza semplice: quando Leroy Merlin ha costruito il grande negozio alla zona industriale - quello nei pressi dell'Ikea, per intenderci - ha pagato gli oneri di urbanizzazione e di costruzione al municipio.

Quanto si debba pagare in proporzione a quanto si vuole costruire è un calcolo che si basa su tabelle. In questo caso, però, è stata usata la tabella sbagliata: anziché quella per la costruzione di immobili di carattere commerciale alla zona industriale, il conteggio delle somme dovute è stato fatto considerando la costruzione di immobili in qualunque altra zona del territorio comunale. Da cui un costo complessivo di circa 1,7 milioni di euro, tra oneri e costi. Una cifra decisamente corposa. Che, però, Leroy Merlin ha pagato.

Ne è nato, però, un contenzioso giudiziario. Che ha dato luogo a due diverse sentenze del Tar di Catania, nel 2023 e nel 2025. In entrambi i casi, i dubbi stanno a zero: il municipio deve restituire quanto incassato. Cosa avvenuta tre settimane fa, sulla base di un impegno di spesa della direzione Urbanistica che porta la data del 24 dicembre 2024. Una spesa piuttosto costosa sotto l'albero di Natale di Palazzo degli Elefanti.

Da cui, adesso, l'interrogazione pentastellata. Parlando di «errori amministrativi sistemici o gravi», Bonaccorsi e Ciancio affermano: «L'amministrazione non può limitarsi a gestire la singola vicenda risarcitoria, ma deve assumersi la responsabilità politica e gestionale di interrompere un ciclo amministrativo caratterizzato da gravi errori e costi per la collettività, nel rispetto dei principi di buon andamento, trasparenza e legalità».

Nell'interrogazione si chiede all'amministrazione non solo di conoscere, nello specifico, «quale dirigente o responsabile del procedimento» ha commesso l'errore che adesso, a distanza di anni, costa caro al municipio. Ma anche «se sono state avviate verifiche disciplinari o segnalazioni alla Corte dei Conti». Il principio è più o meno quello del «chi sbaglia paga», anche all'interno degli uffici comunali. Soprattutto se questo può generare, come dichiarato dagli esponenti dei 5 stelle, un debito fuori bilancio da riconoscere.

Il tema, per Bonaccorsi e Ciancio, è uno: «chiudere definitivamente un ciclo amministrativo» che, oltre agli sbagli definiti «ripetuti», genera «contenziosi evitabili e danni economici». Il dito, insomma, è puntato sugli uffici dell'Urbanistica.