Vendita boschetto della Plaia, il Demanio replica a Pogliese: «Il Comune di Catania aveva un’opzione, ma…»

Di Redazione / 16 Settembre 2019

CATANIA – Diventa un caso la vendita all’asta da parte del Demanio di un’area verde ricadente all’interno del Boschetto della Plaia, meta di passeggiate e scampagnate di tanti catanesi. Il sindaco Pogliese ieri aveva criticato la scelta di mettere in vendita una parte del boschetto e aveva detto che quell’area deve restare pubblica. Ma ora il Demanio svela che il Comune di Catania aveva una opzione sulla vendita che non ha esercitato lasciando che il bene fosse messo all’asta.

«La vendita dell’area denominata originariamente Ex polveriera Plaia e ubicata nella zona periferica del Comune di Catania, confinante con il boschetto Plaia di proprietà comunale (area recintata e circoscritta) – spiega un comunciato del Demanio – è stata avviata all’inizio del 2019. L’8 maggio 2019 è stata inviata al Comune di Catania e a tutti gli altri enti la comunicazione per esercitare il diritto di opzione per l’acquisizione del bene. In mancanza di riscontro entro il termine previsto dalla legge si è avviato l’iter di pubblicazione del bando». 

L’Agenzia precisa anche che «nel corso degli anni passati, ha più volte avviato le procedure per la messa a reddito dell’immobile, riscontrando anche le diverse richieste pervenute da associazioni e soggetti privati finalizzate a ottenere l’area in locazione. I diversi tentativi di mettere a reddito il bene però non sono andati a buon fine, così come gli sforzi compiuti dall’Agenzia del Demanio per trasferire il terreno demaniale in proprietà al Comune di Catania. Già dall’anno 2006, infatti, l’Agenzia del Demanio aveva interessato il Comune di Catania al fine di procedere al trasferimento della proprietà all’Ente locale. Ma l’iniziativa non ebbe alcun esito».

Inoltre «nei successivi anni si sono svolti diversi incontri con l’Ente locale al fine di conoscere l’interesse all’acquisizione del bene da parte del Comune che pure non hanno avuto alcun esito. Vista, quindi, l’impossibilità di procedere alla messa a reddito del bene la Direzione Regionale ha proceduto a mettere in vendita il bene. Con un valore posto a base d’asta che tiene conto dei vincoli urbanistici vigenti, ivi incluse le importanti limitazioni nell’edificabilità derivanti dalla vicinanza all’aeroporto di Fontanarossa e alla destinazione urbanistica che individua l’area come boschiva», conclude l’Agenzia del Demanio. 

Intanto la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio getta benzina sul fuoco rendendo noto che «non ci solo i 7.000 mq di terreni del demanio statale, di cui abbiamo saputo in questi giorni, ma anche la Regione Siciliana è pronta a vendere i suoi terreni, per altri 22.000 mq». «Quasi 30 mila metri quadri di terreni demaniali alla Plaia di Catania potrebbero quindi passare in mano ai privati» diceancora la Ciancio. «E’ in corso – aggiunge – una ‘maxi-operazionè per l’alienazione di una massa di 157 immobili, tra terreni e fabbricati, di proprietà regionale e dislocati in varie province della Sicilia, secondo quanto disposto dalla delibera di Giunta 306/19».

«Tra questi – prosegue Ciancio – tre dei cespiti di Catania si trovano nell’area del boschetto della Plaia, vicini al terreno che l’Agenzia del Demanio ha già messo in vendita. Quest’ultimo tra l’altro è stato investito dal recente, devastante incendio di questa estate che ne ha impoverito il valore di mercato. Casualità vuole che Regione e Stato stiano cedendo beni quasi in contemporanea, in un’area dalle grandi potenzialità turistiche ed economiche e da anni al centro di grandi interessi speculativi, dove insiste un Piano urbanistico attuativo (Pua) comunale che è molto controverso e contestato».

«Questa vendita sembra – osserva la deputata regionale del M5s – un trampolino di lancio per altre tristi cementificazioni, proprio in quel boschetto che è uno dei pochi polmoni verdi della città. Abbiamo già denunciato qualche giorno fa come il lungomare sia diventato un “lungo-muro”, con la trincea degli stabilimenti balneari che oscurano la vista del mare. Ecco cosa accade quando si lascia tutto in mano alla sola, esclusiva gestione privatistica, mentre – conclude Ciancio – le pubbliche istituzioni pare abbiamo perso la capacità o la voglia di valorizzare le proprietà di cui dispongono e creare spazi attrezzati vivibili e accessibili liberamente da tutti». 

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