Ponte Barca, quel paradiso dimenticato a due passi dalla città

Di Redazione / 19 Ottobre 2017
1508443015245_1619264025787
1508443015245_1619264032204
1508443047230_1619264037632
1508443071821_1619264043014
1508443083395_1619264049225
1508443090490_1619264053264
1508443108379_1619264057192
1508443123171_1619264062935
1508443144272_1619264068237
1508443171276_1619264073799
1508443185836_1619264079386
1508443213294_1619264084723
1508443235854_1619264090428
1508443245886_1619264096003
1508443269607_1619264101306
1508443287310_1619264105739
1508443310255_1619264110500
1508443381975_1619264115703

E’ uno di quei luoghi – e in Sicilia ce ne sono purtroppo tanti – del “potrebbe essere”. L’area naturale di Ponte Barca, a tre km da Paternò, è uno di quei classici paradisi a due passi dalla città che nessuno controlla e che nessuno gestisce. Per lo meno per come si dovrebbe controllare e gestire un pantano naturale nel quale vivono tutto l’anno aironi bianchi e cinerini, cormorani, becchi a spatola, polli sultano e tanti altri uccelli acquatici e animali selvatici. Ma non solo. Percorrendo la Sp 139 che da Paternò porta a Santa Maria di Licodia, si incontrane le mucche che convivono con gli “aironi guardabuoi”, sembra un paesaggio africano in miniatura, ma siamo in provincia di Catania.

Insomma, un’area che è un gioiello (in teoria) amato da chi ha combattuto per anni per salvaguardarlo, a cominciare dal naturalista Luigi Lino e, oggi, dal suo braccio destro, Grazia Muscianisi, dell’Associazione Pro Natura Catania e Ragusa, quotidianamente sottoposto allo scempio di chi lo usa come discarica per rifiuti di ogni genere o come circuito da motocross. La cartolina “scempiata” è il profilo dell’Etna sullo sfondo della zona umida con la spazzatura in primo piano. E il “potrebbe essere” lascia il posto alla domanda più frustrante: ma perché sputare sulla bellezza?

 

Pubblicato da:
Redazione
Tag: aironi aironi guardabuoi birdwatching Carmen Greco cormorani etna ponte barca rifiuti riserva naturale Simeto