SICILIANS
Roberto De Meo, il giramondo messinese arrivato ai vertici di Visa Inc.: e oggi le sue responsabilità coprono circa 90 paesi
Da Messina a Dubai, laureato alla Bocconi in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari, a quasi 50 anni, è vice president del leader mondiale dei sistemi di pagamento con funzioni di consulenza e analisi dei dati
«È sempre stato un genio, nel bene come nel male». Giuseppe ricorda sorridendo così Roberto, suo compagno di classe al liceo classico “La Farina” e amico di una vita.
Oggi, alle soglie dei 50 anni, Roberto De Meo è vice president di Visa Inc. - leader mondiale nei sistemi di pagamento - nella funzione di Consulenza e Analisi dei Dati (Visa Consulting & Analytics). Le sue responsabilità coprono quasi 90 paesi tra Europa Centro-Orientale, ex Unione Sovietica, Medio Oriente e Africa e si occupa di temi attuali come Intelligenza Artificiale, Sicurezza Informatica, Digitalizzazione, Rischio Operativo e di Credito.
«Quando ero bambino - ci racconta al telefono, mentre è in vacanza con la moglie Anna e i due figli Marko e Luka - sognavo un lavoro, una famiglia, ma anche di potere viaggiare. Non immaginavo di potere diventare un manager internazionale».
E invece, dalla sua Messina, Roberto è partito subito dopo la maturità - ispirato dai genitori Lorenzo e Maddalena, docenti universitari in pensione rispettivamente di Demografia e Anatomia Patologica - nel settembre del 1994 per frequentare la Bocconi di Milano, laureandosi nel febbraio del 1999, cum laude, in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari.
«Ho studiato a Milano per avere più possibilità lavorative - racconta - inizialmente avrei voluto fare l’ingegnere aeronautico, ma in quell’estate della maturità, un caso fortuito mi fece sapere di questo nuovo corso di laurea…».
A Milano si è fermato per 15 anni, perché completati gli studi, ha cominciato a lavorare per Bain & Company, società americana di consulenza strategica e direzionale, vedendo il suo ruolo evolvere da analista fino ad associate partner, essendo le sue aree di specializzazione Istituzioni Finanziarie (focus primario) e Trasporto Aereo (la passione adolescenziale mai abbandonata). Sempre in Bain, dal 2010 al 2015 ha lavorato e vissuto a Mosca, con una parentesi di sei mesi a Bangkok e dal 2015 al 2017 ha fatto base a Madrid, dividendosi professionalmente con Londra.
Poi, nel dicembre 2017, Roberto si è unito a Visa Inc. tornando a Mosca con l’obiettivo di creare una funzione di consulenza per la digitalizzazione. Quattro anni dopo è stato promosso vice president, il suo attuale ruolo, espandendo le sue responsabilità e trasferendosi a Dubai, dove attualmente risiede.
Nel corso della sua carriera, ha vissuto in 5 nazioni (Italia, Russia, Thailandia, Spagna, Emirati Arabi Uniti), lavorato in almeno 25 paesi e parla 5 lingue (italiano, inglese, russo, francese e spagnolo). «La sesta è il messinese - sorride Roberto - che però faccio fatica a tenere allenata a Dubai... anche se cerco di trasmetterla ai miei figli e ogni tanto anche ai colleghi».
Dovunque è andato si è sempre riuscito a integrare e a costruire dei bei ricordi, forse anche grazie al suo carattere affabile. «Nella maggior parte dei casi, e parlo del 90% - racconta - come siciliano ho trovato affetto e simpatia, anche se certo non sono mancati degli stereotipi o qualche battuta sulla mafia. I segreti per trovarsi bene all’estero sono due: l’umiltà, perché sei sempre un ospite e devi avere rispetto delle regole e delle tradizioni che trovi, e poi la curiosità, che ti permette di capirle quelle tradizioni e - in alcuni casi - anche di farle tue. Devi sapere il più possibile del posto in cui ti trovi a vivere o lavorare anche per restare sorpreso dai tanti aspetti che troverai in comune con la Sicilia: la nostra Isola è stata un crogiolo di culture, e forse per questo, girando per il mondo, ho trovato sempre qualcosa che fosse in comune; nell’Europa dell’Est (malgrado uno stile di comunicazione apparentemente diverso, sul lavoro danno molto peso all’aspetto umano e interpersonale) così come sull’altra sponda del Mediterraneo (è bello scoprire come tra le diverse nazioni del Mediterraneo ci siano tanti aspetti culturali simili). Insomma, in definitiva, è molto facile connettersi e integrarsi».
Nel tempo libero Roberto è molto attivo nella comunità degli Alumni dell’Università Bocconi: tra il 2018 e il 2022 è stato responsabile dei Bocconiani in Russia e adesso è uno dei senior leader per i paesi del Golfo Persico. Inoltre, per una passione anche questa da forti accenti siciliani, ha creato sui social un gruppo per amanti del buon cibo dove si scambiano raccomandazioni 2600 persone di oltre 50 nazioni diverse.
Ma c’è qualcosa che comunque manca. «I genitori senz’altro - ammette - e anche il mare. Nonostante abiti a Dubai, quello di Torre Faro, dove c’è la casa di famiglia, resta per me il migliore. D’estate riesco a tornare per un mesetto e faccio una full immersion, anche con le nostre granite di caffè con panna. Mi manca anche la cucina, nonostante ormai si trovi ovunque qualsiasi cibo anche siciliano; piuttosto ho desiderio dei piatti di quella tradizione, che sta sparendo: la pasta con le spezie e la mollica la vigilia di Natale, il sartù di riso di Capodanno, la pasta e fagioli “col quagghiu” e il pane con il pomodoro “assassinato” che mangiavo a merenda da bambino».
Nel tempo libero, da ragazzo, Roberto ha praticato la scherma a livello agonistico (ricorda alcuni podi a livello regionale e interregionale) per l’Associazione Messina Scherma. Uno sport, che gli ha dato tanto e che continua a seguire con passione, anche attraverso il ruolo di Visa come sponsor ufficiale delle Olimpiadi.
Alla fine della chiacchierata è normale chiedergli cosa consiglierebbe ai giovani siciliani un messinese che ha fatto carriera all’estero. «Abbiamo tanto da potere dare - afferma con orgoglio - Non dobbiamo avere paura e dobbiamo rischiare anche di lasciare la nostra Isola per provare nuovi lavori e aprirci al mondo. Tanto la casa resta sempre la casa e ci aspetterà sempre. Ai miei figli Marko e Luka quando cresceranno dirò: Non smettete mai di sognare perché la vita sarà difficile, ma nulla potrà fermare i vostri sogni».
L’ultimo pensiero è per la sua scuola, il liceo classico “Giuseppe La Farina”. «Penso che il più bel ricordo che posso condividere è il debito di riconoscenza che ho nei confronti della mia scuola, i suoi professori (primo fra tutti il preside Pio Lo Re, scomparso qualche mese fa) ed i miei compagni di classe e di scuola. In quegli anni - non facili - dell’adolescenza sono stati fondamentali per farmi crescere come persona e per sostenermi nei momenti di difficoltà. Sul muro della nostra scuola c’era una scritta ormai cancellata dal tempo: Hic regnavimus, hinc eximus, sed noster animus manebit semper hic / Qui abbiamo regnato, da qui ce ne siamo andati, ma il nostro animo rimarrà qui per sempre».