Milano
«L'avevamo detto, l’abbiamo fatto»: il Leoncavallo partecipa al bando per i nuovi locali
Lo storico centro sociale meneghino annuncia la partecipazione alla manifestazione d’interesse per lo spazio di via San Dionigi che potrebbe diventare la nuova sede dopo lo sfratto dello scorso agosto dai locali di via Watteau
«L'avevamo detto, l’abbiamo fatto. Abbiamo partecipato alla manifestazione d’interesse per lo spazio di via San Dionigi a Milano». A scriverlo i militanti del centro sociale Leoncavallo di Milano sui social, in riferimento al bando del Comune che dà in concessione un immobile in via San Dionigi, che scade oggi alle 12. E il centro sociale Leoncavallo ha presentato un offerta, perché quella potrebbe essere la sua nuova sede dopo lo sfratto dello scorso agosto dai locali di via Watteau.
«Abbiamo partecipato con l’associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo, pur gravata di un contenzioso con il Comune, proprietario di quell'area abbandonata». I costi per recuperare l’immobile che va anche bonificato sono molto alti per una realtà come quella del Leoncavallo. «Abbiamo partecipato sostenendo che la bonifica dell’area, dell’amianto dal tetto e l’allaccio alla fognatura deve essere a carico del Comune - precisa il centro sociale -. Tema che non riguarda solo lo specifico del Leoncavallo ma in generale la modalità gradualmente affermatasi nei bandi comunali rivolti alle realtà sociali, no profit, e che si occupano di cultura, aggregazione, sport».

L’obiettivo dei militanti è comunque quello di poter rientrare negli spazi di via Watteau, di proprietà del gruppo Cabassi. «Ci rendiamo conto che non c'è stato il coraggio politico, di percorrere le numerose strade possibili per evitare lo sgombero e riconoscere una parte della storia della città e il lavoro di oltre 50 anni - scrivono ancora -. Rientrare in via Watteau, dove per 31 anni siamo stati, è possibile? Noi pensiamo di sì, e ancora una volta cerchiamo di essere noi stessi la soluzione che le amministrazioni non hanno mai trovato cercando di dare a Milano un porto sicuro per tutti, una casa stabile, un punto di appoggio».
«Leoncavallo in via Watteau, in ogni quartiere, in ogni città. 10, 100, 1000 occupazioni. Dieci, cento, mille autogestioni», conclude il post.
