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Il presidente

Mattarella difende la spesa sulle armi: «Impopolare, ma mai così necessaria»

Nessun ripensamento sull'Europa: «Solo l'Ue può garantire un futuro». Allarme povertà, retribuzioni e occupazione femminile

Redazione La Sicilia

19 Dicembre 2025, 20:32

20:39

Mattarella difende la spesa sulle armi: «Impopolare, ma mai così necessaria»

Un messaggio di auguri senza sconti. Davanti al governo e ai leader di partito, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha piantato paletti: «La scelta dell’Europa è un strada da percorrere senza ripensamenti». Ha fotografato zone d’ombra: «Abbiamo il problema, annoso e pesante, del valore reale delle retribuzioni». E ha dato qualche avvertimento. Come nel passaggio sul riarmo, forse il più delicato del discorso che il Capo dello Stato ha fatto al Quirinale ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche. «La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la sicurezza collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare», ha detto Mattarella, «tuttavia, poche volte come ora, è necessaria. Anche per dare il nostro decisivo contributo alla realizzazione della difesa comune europea».

Il ragionamento è inciampato fra le sedie del salone, dov'erano anche leader di partito che criticano il riarmo, soprattutto nel centrosinistra, ma anche fra le forze di maggioranza. Mattarella lo ha chiarito: l’obiettivo è la «tutela della sicurezza e della pace», quella «pace che l’Europa ha costruito coltivando la relazione transatlantica», un "patrimonio" che va «tutelato e consolidato». Il tema delle armi ha incrociato quello delle guerre. «Abbiamo il dovere di coltivare e consolidare ogni piccolo spiraglio che si apra rispetto ai conflitti in corso, in Ucraina come in Medio Oriente - ha detto Mattarella - Con l’obiettivo di costruire quella pace permanente, come la definì il presidente Franklin Roosevelt, che affermava: Più che una fine della guerra vogliamo una fine dei principi di tutte le guerre». Mattarella non ha indicato aggressori e aggrediti, ma ha inquadrato la partita in atto: «Il modello democratico oggi appare sfidato da Stati sempre più segnati da involuzioni autoritarie - ha detto - che, contro la storia, si propongono come modelli alternativi. Una sfida per i sistemi democratici appare oggi derivare anche dal tentativo di ignorare e cancellare il confine tra libertà e arbitrio».

Nei passaggi sull'Italia, Mattarella ha dato merito al governo: «Sul piano economico l’anno che si conclude ci ha consegnato alcuni risultati positivi» e «l'affidabilità del Paese è un valore preservato». Però ci sono anche «questioni aperte», come gli «oltre cinque milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà», il lavoro delle donne che «è ancora sotto la media europea» e l’occupazione dei giovani si registra insufficiente. I leader di partito c'erano tutti. «È legittimo e necessario che ogni forza politica abbia la sua agenda, le sue priorità, una sua visione della realtà», ha detto loro Mattarella, prima di chiarire che però «deve esserci anche la condivisione di alcuni obiettivi fondamentali su cui lavorare insieme per assicurare il bene dell’Italia». Insomma, ci sono delle riforme da fare, e «chi adempie il suo mandato elettivo deve avere lo sguardo rivolto non alle successive elezioni ma all’orizzonte del bene comune dell’Italia».

Intanto, per esempio, c'è da approfondire le ragioni della diffidenza dei giovani verso il voto, c'è da «comprendere come fare emergere più ampia la partecipazione». A fine discorso, lungo e politicamente variegato scambio di auguri in sala. Con qualche siparietto, come quando Elly Schlein e Matteo Renzi hanno scoperto di avere sul biglietto di annotazione del posto la stessa sigla «3sx». «Questo può essere un problema», ha scherzato la segretaria. Nella scacchiera dei parlamentari, il leader del M5s Giuseppe Conte è andato a finire accanto ad Angelo Bonelli di Avs. Il vicepremier Antonio Tajani si è intrattenuto a parlare col leader di Azione Carlo Calenda. Fausto Bertinotti era vicino di sedia di Gianfranco Fini. E ha dato una calorosa stretta di mano all’ex premier Mario Draghi. Un’assenza si è fatta notare: quella del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, alle prese con la Manovra.

In mattinata, il Capo dello Stato aveva partecipato allo scambio di auguri in videoconferenza con i comandanti delle missioni militari: «Testimonianza del grande sforzo che si fa per la stabilità in ambiti delicati», ha detto Mattarella.

di Giampaolo Grassi (Ansa)