l’intervista
«Alle Regionali il partito dei sindaci anche in Sicilia, civici da soli o con La Vardera». Onorato e i piani di Progetto Civico Italia
Alessandro Onorato, assessore di Roma Capitale, è il promotore di Progetto Civico Italia, movimento nazionale che unisce amministratori e si appresta a diventare partito
Assessore Onorato, come è la politica siciliana vista da Roma?
«Non è possibile che ci siano potentati mafiosi che direttamente o indirettamente gestiscono spiagge. O politici come Cuffaro che ancora intervengono su concorsi pubblici».
Non a caso due delle ultime battaglia di Ismaele La Vardera, che a livello nazionale ha aderito a Progetto Civico Italia.
«Sono battaglie che ci hanno unito, le stesse che ho fatto io a Roma sull'impiantistica sportiva. Ma in tutta Italia gli amministratori affrontano da soli queste battaglie di legalità. La Vardera ha avuto l'intelligenza di sviluppare una rete civica sul territorio che molti partiti non sono più stati capaci di mettere in campo».
Qual è il suo ruolo nel vostro movimento?
«Portiamo avanti un doppio ragionamento in Sicilia. La Vardera ha dimostrato di avere un talento unico nel denunciare storture e illegalità. Allo stesso tempo stiamo facendo un lavoro importante con Carmelo Miceli (ex Pd e oggi coordinatore regionale di Progetto Civico ndr) a Palermo. Stiamo recuperando persone preparate che si erano allontanate e con noi hanno ritrovato la chiave».
Ha visto il sondaggio commissionato da Controcorrente?
«Certo, non solo dice che La Vardera è uno dei leader più apprezzati, ma che un eventuale nuovo partito di amministratori in Sicilia ha un potenziale bacino di voti del 13%. È emblematico, perché è un risultato che si affianca e non si sovrappone al lavoro che Ismaele fatto in autonomia».
È quello che volete fare? Il famoso partito dei sindaci?
«Da qui ai prossimi mesi daremo il via alla nascita di un nuovo partito nazionale che arricchirà la coalizione di centrosinistra per mettere in campo una proposta politica chiara. Appena avremo capito le regole della partita. Se si farà la riforma della legge elettorale, saremo chiamati a primarie di coalizione e avremo un candidato o una candidata che sarà un amministratore».
Sarà la sindaca di Genova?
«Oggi non abbiamo esigenza di fare un toto nomi, Silvia Salis fa un lavoro straordinario a Genova. Si vedrà in futuro».
In cosa siete diversi rispetto agli altri partiti del centrosinistra?
«Siamo differenti nello stile, nei modi e nei contenuti. Viviamo ogni giorno i problemi della carne viva delle persone. Il nostro stile è il pragmatismo. Siamo diversi nei volti, perché aggreghiamo amministratori che in Parlamento non ci sono mai andati. E siamo diversi nei contenuti. Un esempio su tutti: se oggi il centrosinistra affronta con meno timidezza il tema della sicurezza è anche merito nostro, che battiamo sul fatto che non può essere un tema appaltato alla destra, perché riguarda tutti».
Come si concilia il movimento Controcorrente con questo nuovo partito?
«Lo vedremo strada facendo. Ognuno mantiene la sua identità su chiave territoriale e allo stesso tempo si può essere i costituenti di un soggetto politico nazionale. Controcorrente ha i suoi fari (i gruppi territoriali ndr). In alcune città hanno aperto sia il faro che il nostro comitato civico. Non è ridondante».
E alle Regionali il partito dei sindaci si presenterà?
«Al mille per mille ci sarà il nostro simbolo alle Politiche e anche alle Regionali. In Sicilia vedremo se andremo insieme a Controcorrente con un doppio simbolo o da soli. Ma è prematuro parlarne».

