gli auguri alla stampa
Il presidente Schifani tra bilanci e sguardo al 2026: «Io ricandidato? È la regola, poi la politica è imprevedibile»
L'incontro di fine anno è occasione per fare sintesi di quanto fatto e fissare i nuovi obiettivi. Tra le nuove regole sui manager della sanità, gli alleati, i boschi e i termovalorizzatori
È uno Renato Schifani in doppia modalità quello che stamattina ha incontrato la stampa per gli auguri di fine anno. Da una parte traccia la sintesi di un anno di lavoro: la legge di stabilità portata a casa, i bilanci in ordine, i rapporti con gli alleati, i tentativi di arginare i guai della sanità. Dall'altro guarda agli obiettivi del 2026: i termovalorizzatori, la nuova control room per fronteggiare gli incendi nei boschi, la parifica della Corte dei Conti che dovrebbe sbloccare due miliardi di risorse da potere spendere, le nuove regole da applicare per la scelta dei manager delle aziende sanitarie e il regolamento dell'Ars da riscrivere. E soprattutto: il bis alla presidenza della Regione.
LA SUA RICONFERMA?
«Sto lavorando - ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto del bis alla presidenza - I presidenti delle regioni sono sempre tutti stati confermati. Allo stato attuale sono concentrato su un programma che va al di là del quinquennio, perché occorrono 10 anni per potere attuare un programma completo. Non è una rivendicazione. Ricordo che a me è stata proposta questa candidatura, non mi sono proposto io. Mi è stata proposta da parte di tutti gli alleati, mi è stato chiesto. Io ero già capolista al Senato e ho detto che lo faccio per la mia terra. La regola, finora, è che i presidenti uscenti vengano ricandidati. Se dovessi cambiare idea - ha proseguito - chiederò di interrompere questa regola. Fermo restando che i leader nazionali sono liberi di valutare diversamente e cambiare metodo, ma non mi risulta che il metodo sia cambiato, a meno che un mese prima non impazzisca e decida di dedicarmi ai miei nipoti, ma prendetela come una battuta. Siamo laici. Ho ottimi rapporti con i leader nazionali e regionali. Sono sereno, poi la politica è imprevedibile».
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GLI ALLEATI
«Non ho ben compreso cosa è accaduto con l'Mpa la sera della approvazione della legge finanziaria - ha detto il presidente della Regione - Ho preso atto che non c'era nessuno dei parlamentari, escludo che dietro quella assenza dei voti ci fosse un fatto politico. Penso più alla causalità che magari poteva essere evitata. Il rapporto politico con Mpa c'è. Fa parte del progetto. Quando Lombardo verrà ai vertici di maggioranza sarò felice di offrirgli un caffè».
A gennaio si procederà a un ampio rimpasto nella giunta, a partire dall'assegnazione dei due assessorati che erano della Dc e su cui Schifani ha tenuto l'interim finora, dopo avere estromesso Andrea Messina e Nuccia Albano a seguito dell'inchiesta che ha travolto Totò Cuffaro e altri esponenti democristiani. «È un atto dovuto - ha spiegato il governatore - non posso mantenere ancora delle caselle che scontano l'assenza di due assessori. Gli assessorati devono funzionare. Io ho adottato una scelta di fondo su quello che è emerso dalle indagini. Nulla è cambiato rispetto a quanto detto due mesi fa sul fatto di avere estromesso un partito dalla giunta. Ha dimostrato di avere dei modelli gestionali non consoni ai miei punti di vista sulla trasparenza o legalità».
Tra le new entry ci sarà anche spazio per il movimento di Cateno De Luca? «È stato un mio avversario e tale rimane - ha risposto Schifani - ha votato la mozione di sfiducia e non ha votato la manovra di stabilità. Rimarrà un avversario del mio governo come giusto che sia. Siamo avversari politici nel rispetto dei ruoli. Spero di avere fatto chiarezza».
I CONTI IN ORDINE
Parlando dei positivi risultati economici della Sicilia, certificati dalle agenzie di rating e dai report di istituti e centri studi, il governatore ha sottolineato in particolare l'obiettivo raggiunto dell'azzeramento del disavanzo della Regione e la formazione di un avanzo di oltre 2 miliardi, riconoscendo al suo predecessore Nello Musumeci di avere avviato «il trend di riduzione». «All'amico Musumeci - ha detto - va un doppio grazie da parte dei siciliani, perché ha ridotto di 3 miliardi il disavanzo nonostante il suo governo abbia dovuto gestire la difficile fase del Covid».
«La Manovra - ha continuato - è stata messa in salvo nei suoi punti essenziali, come la decontribuzione da 200 milioni. Mai in passato misure così forti, così ampie, così possenti per dare una scossa all'economia. La notte in cui si è votata la legge di stabilità ero nel palazzo del Parlamento regionale, non sempre in aula, ma in Sala Lettura. L'unica grande amarezza - ha aggiunto - lo stralcio dell'articolo 31 su un intervento da 10 milioni di euro per la riduzione dei costi dell'export per le imprese siciliane. Spero di trovare una modalità per riproporre il tema; non capisco lo stralcio per una misura così importante nel momento in cui i dazi di Trump hanno creato una difficoltà oggettiva. Ci riproveremo».
L'IRFIS, «UN GIOCATTOLO ECCEZIONALE»
Sulla banca della Regione, l'Irfis (Finanziaria per lo Sviluppo della Sicilia): «Lo abbiamo utilizzato moltissimo, io lo definisco un giocattolo eccezionale. Ho scoperto che l'Irfis è un polmone dell'amministrazione regionale perché effettivamente funziona».
«Per la prima volta la Sicilia ha cambiato trend - ha proseguito - Non dico che abbiamo risolto i problemi del Mezzogiorno. Oggi il Sud comincia a crescere. Non diciamo che il bicchiere è pieno, ma neppure che è vuoto. C'è molto da fare ma il trend positivo va gestito anche nell'individuare misure di politica economica che spingano la crescita».
INCENDI E TERMOVALORIZZATORI
Schifani ha annunciato che sarà inaugurata il prossimo settembre, alla presenza del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, la nuova control room della Regione siciliana per fronteggiare la criminalità dei boschi e prevenire gli incendi attraverso sistemi satellitari. «Il progetto è stato realizzato da Leonardo, il lavoro è quasi completo», ha aggiunto.
Quindi ha mostrato le immagini simulate dei due termovalorizzatori che saranno realizzati a Palermo e a Catania. «A febbraio i progettisti dovrebbero consegnare gli schemi degli impianti e stiamo lavorando con Bruxelles per la condivisione del piano rifiuti».
I GUAI DELLA SANITA'
«Il sistema di nomina dei manager della sanità, a partire dai direttori generali, non ha funzionato nel tempo - ha ammesso il presidente - La politica ha invaso la gestione della sanità riducendone la qualità. È un dato difficilmente contestabile il fatto che questo elemento abbia indebolito la sanità siciliana». Quindi ha sottolineato di riporre grande fiducia nelle nuove regole decise rispetto alle prossime nomine. «Abbiamo modificato con delibera di giunta il processo di nomina dei manager: sarà garantita un'alta qualità in cui la politica avrà poco da dire. Le prossime nomine saranno fatte con questi nuovi criteri. È una scommessa importante».
Schifani ha quindi annunciato che oggi in giunta si concluderà il percorso per la designazione del manager Alberto Firenze alla guida dell'Asp di Palermo e Giorgio Santonocito sarà confermato a capo dell'azienda universitaria Policlinico di Catania.
IL REGOLAMENTO DELL'ARS
Per il governatore «il lungo parto della legge di stabilità» è stato reso tale «da un regolamento parlamentare che, come ha detto anche il presidente Galvagno, è tutto da riformare. Un regolamento - ha detto Schifani - che consente un ostruzionismo in grado di fermare l'attività parlamentare e quindi anche quella del governo». Per il governatore «un caso unico» che permette di chiedere «il voto segreto su ogni provvedimento: è una situazione che crea strutturalmente instabilità per ogni governo. E i governi anche in passato per questo motivo non hanno avuto la possibilità di realizzare compiutamente il programma, costringendoli a scendere a patti. E questo a causa di un sistema che occorre modificare».
Da qui l'appello del governatore alle forze politiche per cambiare il regolamento. «E non si tratta solo di abolire il voto segreto. Mi incontrerò presto con il presidente dell'Ars Galvagno, con cui il rapporto è solido ed è stato fondamentale: ok all'abolizione del voto segreto, ma valuteremo una riforma organica del regolamento che dia regole similari a quelle del Parlamento nazionale, allo scopo di assicurare una maggiore funzionalità del sistema regionale, per dare certezze».

