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Calcio

Tre anni senza Mihajlovic, anche Catania ricorda il Komandante Sinisa

I risultati eclatanti, come la vittoria in casa della Juve, e i retroscena di una stagione culminata con il record di punti. Vi raccontiamo tutto

Giovanni Finocchiaro

16 Dicembre 2025, 21:06

21:19

Sinisa Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic nel 2009 alla guida del Catania

Tre anni senza Sinisa Mihajlovic. Il mondo del calcio tra ricordi e rimpianti s'è fermato in un giorno triste per tutti. Compagni d'avventura e avversari. A Catania il tecnico del record di punti (stagione 2009-10) è stato commemorato a più riprese dai tifosi ma anche da tanti suoi ex giocatori che all'interno del podcast "Melior de cinere cunto" curato da Gianpaolo Pasqualino hanno rievocato episodi di quella stagione. Vale per tutti l'aneddoto che Nicolas Spolli ha rispolverato e che riguarda i primi giorni che abbiamo vissuto nel ritiro romano accanto all'Eur: "Entrò nello spogliatoio, ci guardò uno per uno e dopo una pausa di silenzio che sembrava non finire più esclamò 'Ma con dieci argentini in squadra non possiamo retrocedere' e ci diede la carica". Lo disse anche a noi e al collega Francesco Lamiani in conferenza stampa: "Io mi salvo, se i giocatori mi seguiranno bene, altrimenti saranno c... loro".

Sinisa era unico. Viaggiava in Bentley sempre con un profumo che lasciava una scia marcatissima, andava spesso controcorrente come il giorno in cui doveva affrontare la Juve fuori casa. Già una settimana prima di quello storico 20 dicembre 2009 – con il Catania ultimo in classifica – diceva in conferenza stampa: "Andremo a vincere a Torino". E anche il presidente del Catania di allora, Antonino Pulvirenti, lo guardò stranizzato: "Mister, ma giochiamo contro la Juve". E Sinisa: "E allora? Andremo a vincere". Quando violò il campo di Torino cominciò la rimonta che infiammò la città intera.

Sinisa aveva dei rituali tutti suoi e lo ricordò al nostro giornale nell'ultima intervista che ci concesse il 5 gennaio del 2022, nel bel mezzo della presentazione di una gara del Bologna: "Abitavo in un hotel, la Baia Verde di fronte al mare, c'erano i pescatori che al mattino mi chiedevano cosa volessi mangiare. Io sceglievo, loro andavano e io portavo in cambio le magliette. Uscivano in mare, mi portavano il pescato e preparavo la cena. I catanesi? Gente di cuore, mi sono trovato bene”.

In quella stagione vivemmo mesi indimenticabili non solo sotto il profilo agonistico, ma anche personale. Quella volta che tornò alla trasmissione "Controcampo", una delle punte di diamante di Mediaset, dopo anni di cortesi rifiuti, lo seguimmo in taxi e a momenti non ci faceva entrare in studio. Ma scherzava: "Dai andiamo insieme". E ci portò sotto braccio al centro della scena. Alla fine degli allenamenti svelava le sue inimitabili parodie con Boskov quando giocava nella Samp e questi racconti che sembrano arrivare direttamente da un mondo fantastico diventarono virali e anche oggetto di scaramanzie. Quando Sinisa raccontava Boskov, dopo la conferenza stampa del sabato fuori dalla saletta di Massannunziata, il Catania vinceva. Un giorno non aveva tempo e il momento di svago saltò. La sua squadra non vinse e dunque, la settimana successiva dovette rimediare insistendo e chiamandoci a raccolta per riannodare il filo dei ricordi.

Era scaramantico, Sinisa. Quanto basta. Ma quella sciarpa rossazzurra esibita nel periodo invernale, la portò fino a maggio inoltrato perché con quel cimelio la squadra non la batteva più nessuno. Oggi nel calcio manca un Sinisa: sacrificio e determinazione, onestà e gesti d'altri tempi. Vittorie e calci di punizione perfetti. Come quelli che, nel ritiro romano all'Eur, al momento del suo insediamento, calciò battendo per 11 volte di fila il terzo portiere Kosicky. Che poi gli respinse il dodicesimo tentativo urlando come un forsennato.

A ricordare Mihajlovic oggi è stata soprattutto la moglie Arianna con una frase significativa: “Non piangete la sua assenza, sentitevi vicino e parlategli ancora. Vi amerà dal cielo come vi ha amati sulla terra”. E a Catania c'è ancora tanta gente che parla con il guerriero dall'animo buono.