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Mancette Ars, il tentativo di "moral suasion" di Faraone e La Vardera: «Si blocchi il maxi-emendamento»

L'ipotesi è di 25 milioni a 45 deputati del centrodestra e otto milioni ai 25 dell'opposizione

Redazione La Sicilia

17 Settembre 2025, 13:52

Ars

«Segretari e capigruppo del centrosinistra dichiarino pubblicamente che non parteciperanno a spartizioni clientelari». Lo dice Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva. «Oggi sui giornali leggiamo - aggiunge - che, nonostante scandali, richiami dei partiti nazionali e persino della magistratura contabile, all’Ars non si rinuncia ai cosiddetti "emendamenti territoriali clientelari". Ancora una volta si prepara la solita spartizione: 27 milioni ai 45 deputati del centrodestra, 8 milioni ai 25 dell’opposizione. Dal centrodestra non mi aspetto nulla, i metodi sono sempre quelli. Ma chiedo ai parlamentari del centrosinistra di smentire categoricamente che tutto ciò stia accadendo».

Continua Faraone: «È impossibile costruire una vera alternativa se si ripetono, anche in misura minore, gli stessi meccanismi consociativi. Si faccia ostruzionismo, se necessario, ma si blocchi questa pratica vergognosa. Quelle risorse devono andare agli interessi generali». «Per questo - conclude - rivolgo un appello ai segretari e ai capigruppo del centrosinistra: siate chiari e trasparenti. Dite pubblicamente che non ci saranno scambi e che nessuno accetterà prebende».

Il primo a rispondere pubblicamente è Ismaele La Vardera, di Controcorrente: «Davide Faraone invita il centrosinistra ad evitare spartizioni clientelari: non solo condivido, ma la rilancio. Negli anni precedenti non ho mai fatto emendamenti "clientelari" rivendicando sempre le scelte mettendoci la faccia su iniziative sociali e di buon senso. Da quando ho scoperto che all’interno di quel maxi emendamento addirittura il deputato di Fratelli d’Italia, oggi nella Dc, Carlo Auteri metteva soldi per l’associazione riconducibile alla madre, ho deciso di non partecipare più alla stesura del maxi invitando al cambio di passo rinunciando alla quota a deputato, durante l’ultima legge di bilancio a dicembre 2024».

«Nei corridoi, tuttavia, si sta parlando nuovamente di maxi emendamento nonostante le vicende scandalose rese note dalla stampa grazie al lavoro della Guardia di finanza. Par tale ragione ho deciso di rilanciare il metodo di Piersanti Mattarella che con la legge 1/1979 prevedeva l’assegnazione di fondi a tutti i Comuni siciliani in base alla grandezza, togliendo di fatto la discrezionalità della politica. Un presidente lungimirante come pochi, che nonostante siano passati 46 anni, è ancora attuale», conclude.

Michele Catanzaro, capogruppo del Partito democratico all'Ars, ci mette poco a intervenire: «Da giorni leggiamo notizie su presunti inciuci e intese sottobanco, ma l'unico accordo sulla manovra quater è quello istituzionale, fatto in conferenza dei capigruppo, che ha indicato un percorso ben preciso sulla presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio».

«Quote per i singoli deputati? Vorremmo capire chi sta dando garanzie a riguardo: Schifani? Galvagno? Si sappia che noi siamo nettamente contrari a qualsiasi tipo di accordo e gli emendamenti devono essere tutti firmati e discussi uno per uno». Lo afferma il coordinatore regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola.

«Si volti pagina una volta per tutte e lo si faccia con fatti concreti non solo a parole - dice Di Paola - Un primo risultato è lo stop al maxiemendamento che abbiamo fortemente voluto e che spero si concretizzi veramente. A partire dalla commissione bilancio devono arrivare emendamenti singoli, pienamente identificabili da trattare uno alla volta. Tutti i deputati devono mettere la faccia alle norme che propongono. Tirare il sasso e nascondere la mano è troppo facile, ma per nulla etico quando in gioco ci sono i soldi dei cittadini».