“Liuke”, il giovane palermitano promessa del jazz divenuta realtà

Di Redazione / 04 Aprile 2024

“Liuke in New York”. Questo il titolo del suo primo album. Luca Polizzi, in arte Liuke,
palermitano, 27 anni, è una promessa del jazz divenuta realtà. Chitarrista, compositore.
Musicista eclettico e versatile, esplora e sperimenta nuovi suoni. Ritiene che l’interazione fra
strumenti e le connessioni rivelate – apparentemente in modo casuale – durante un’esibizione o una
prova, possano essere chiavi di crescita musicale e strumento per la scoperta di sé. L’album è stato
registrato lo scorso dicembre all’Acoustic Recording, a Brooklyn, New York ed è uscito in questi
giorni. Interamente composto da Liuke, è già disponibile su: Spotify; Apple Music; YouTube.
Una produzione frutto di un lavoro sinergico che ha visto coinvolti ben quattro Paesi: Stati Uniti,
per la registrazione; Australia, poiché i diritti sono coperti dalla “Apra Amcos”; Slovenia, perché
è stato masterizzato a Lubiana; ma soprattutto Italia per la provenienza del suo autore.
Quattro musicisti si aggiungono a Liuke nell’esecuzione dei brani: Leo Yablans al sax tenore;
Alyssa Smith al piano; Mohan Ritsema al contrabasso e basso elettrico; Brennen Schedler alla
batteria.


Sei brani, sei emozioni

Sei brani, sei emozioni, sei storie da vivere in note. “Un’opera –dice Liuke- che oggi arriva al
pubblico, ma che è stata costruita e ispirata nell’arco di cinque anni”.
Liuke, vive attualmente a Groningen, dove è stato allievo del Prince Claus Conservatorie. Si è
perfezionato al Queens College di New York. Culla del Jazz, NY venne soprannominata la grande
mela, perché proprio una mela rossa, negli anni Trenta, veniva data come compenso ai musicisti che
suonavano nei locali di Harlem e Manhattan. La periferia veniva ritenuta dai jazzisti come il ramo
di un albero su cui maturava il frutto. Ma quanto la “grande mela” ha influenzato l’opera di Luca
Polizzi? “Moltissimo – spiega Liuke- ho respirato per mesi l’aria e la storia della musica di cui è intrisa
quella città. Ho partecipato ad infinite jam sessions, ritrovandomi a suonare anche con il grande
Johnny O’Neal, pianista e cantante americano, unico nel suo stile influenzato da molti anziani del
Jazz”.

Pubblicato da:
Francesca Aglieri