Operazione “cerbero”
La partnership mafiosa per il controllo della discoteca: ecco chi sono i 21 imputati che hanno scelto l'abbreviato
Il patto fra Cursoti Milanesi e Cappello per poter entrare negli affari del locale alla Vecchia Dogana. Ma il titolare ha denunciato.
Hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato gli imputati del processo scaturito dall’inchiesta Cerbero che la scorsa estate ha colpito il “nuovo” clan dei Cursoti Milanesi. L’operazione della Dda ha documentato anche momenti di fortissime tensioni interne fra i fedelissimi del defunto Rosario Pitarà, “u furasteri”, e i seguaci dei fratelli Distefano, “pasta ca sassa”. Ma il cuore pulsante delle indagini dei carabinieri ha riguardato anche le incursioni violente all’interno della discoteca alla Vecchia Dogana, con aggressioni anche agli addetti alla sicurezza.
Addirittura per convincere il gestore, che ha denunciato, a cedere ai ricatti i due clan - storicamente rivali - si sono alleati. I “cursoti milanesi” e i “cappello” hanno deciso di siglare una partnership mafiosa al fine di poter avere il controllo nel locale notturno. Ma non ci sono riusciti. Nemmeno con l’uso della violenza.
Gli imputati che affronteranno il rito abbreviato sono Filippo Abramo, Giuseppe Agatino Ardizzone, Giorgio Campisi, Andrea D’Ambra, Carmelo Distefano, Antonino Fichera, Pietro Gagliano, Alfio Christian Licciardello, Giuseppe Licciardello, Sebastiano Miano, Giuseppe Santo Patanè, Concetto Pitarà (classe 1977), Concetto Piterà (classe 1976), Gabriele Giuseppe Piterà (classe 1982), Giuseppe Piterà (classe 2000), Giuseppe Concetto Piterà, Rosario Piterà, Raimondo Signorelli, Emanuele Strano, Gabriele Strano, Carmelo Tiralongo. La requisitoria dei pm comincerà il 14 gennaio.

