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Indagine antitrust
Solo la continuità territoriale frena i "cartelli". La verità (amara) sul caro-voli in Sicilia
Nell'isola i prezzi più alti solo a Natale e agosto E il confronto con la Sardegna svela l’unico sistema per evitare gli eccessi
A leggere le 225 pagine dell'indagine dell'Antitrust sul caro voli in Sicilia, a volte si ha l'impressione che il problema in fondo sia solo una percezione. E che i numeri, dopo avere analizzato 11,5 milioni di biglietti, dicano altro: nel 2023 - l'anno sotto esame - il prezzo medio di un collegamento da e per l'isola è stato di 70 euro. E l'80% dei viaggiatori ha pagato meno di 100 euro. Eppure ogni famiglia siciliana che ha un fuorisede sa che le medie non dicono tutto. Non spiegano, ad esempio, il salasso a cui si va incontro quando il volo da prenotare è ad agosto o dicembre. L'Antitrust questi picchi li registra e cerchia in rosso due date in particolare: il 23 dicembre sulla direttrice Nord Italia-Sicilia e il 20 agosto per quella Sicilia-Nord. In questi casi il prezzo medio sale tra 160 e 180 euro. «In particolare - scrive l'Antitrust - i prezzi superano i 150 euro per il 30% dei passeggeri a inizio agosto verso le isole e a fine agosto dalle isole». E ancora: «I giorni a ridosso del Natale, per i voli diretti in Sicilia, sono quelli in cui si osserva una più alta quota di passeggeri che pagano prezzi superiori a 150 euro per tratta (più del 50%), in molti casi superiori a 200 euro». Il problema dunque sta qui: in alcuni giorni di dicembre metà dei biglietti costano più di 150 euro, e dentro questo 50% c'è un 20% che paga più di 200 euro.
Ecco la differenza con la Sardegna. A Cagliari vige la continuità territoriale, con oneri di servizio pubblico che mantengono i prezzi calmierati tutto l'anno. E questo incide soprattutto ad agosto e dicembre, perché nel resto dell'anno i prezzi medi tra i mercati delle due isole non differiscono più di tanto. Anzi, paradossalmente nel 2023 in Sicilia i biglietti costati meno di 50 euro rappresentano tra il 40 e il 50% del mercato. In Sardegna la stessa categoria è tra il 30 e il 40%. Mentre la fascia di prezzo superiore a 200 euro in entrambe le macroaree è stata pagata da una forbice tra 0 e 10% dei passeggeri.
Le cose cambiano nei periodi caldi. A differenza della Sicilia, «nei giorni a ridosso delle principali festività di Natale/Capodanno, per i voli diretti in Sardegna i prezzi che superano 150 euro interessano una quota contenuta dei passeggeri (il 10-15%). Vale osservare - scrive l'Antitrust - che i principali collegamenti tra la Sardegna e la penisola erano soggetti a oneri di servizio pubblico (OSP)». Di conseguenza, «i prezzi più elevati, registrati in Sardegna soprattutto nel periodo estivo, non riguardano i passeggeri che beneficiano delle misure per la continuità territoriale, ma interessano in particolare i turisti». Il mese di dicembre in Sardegna è quello con la maggiore percentuale di biglietti in continuità territoriale rispetto al totale. «Ciò - si legge nel report - potrebbe spiegare la minore quota di passeggeri che ha pagato prezzi più elevati, rispetto a quanto osservato in Sicilia per i giorni a ridosso delle festività natalizie».
L'Antitrust si chiede, poi, se esistono situazioni di monopolio sulle tratte siciliane. E stila un elenco dei principali collegamenti. Nella classifica della concorrenza, al primo posto c'è il Catania-Milano: nel 2023 Ryanair aveva il 35-40% di mercato, seguita da Ita e Easyjet, entrambe col 20-25%, poi Wizzair col 10-15% e Ita con 1-5%. Concorrenza alta. All'ultimo posto c'è il Palermo-Firenze col 90% del mercato in mano a Ryanair. Male anche Catania-Venezia, Palermo-Venezia e Catania-Firenze.
Infine l'Autorità smonta un'altra falsa verità. Dal 2019 al 2023 i prezzi dei voli in Sicilia sono aumentati di più? Falso, dice l'Antitrust. «Si osserva un incremento del 15,8% dei prezzi medi per la macroarea Sicilia e del 18,8% nel mercato Insulari».