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Bellocchio, ecco la mia via delle madri

Di Redazione |

ROMA, 7 NOV – “C’è una via delle madri in tutta la mia opera e tanti omicidi e suicidi. Nei Pugni in tasca lui uccide la madre, nel Gabbiano c’è un suicidio, ne Gli occhi, la bocca ancora un suicidio, quello del gemello. Le morti dei figli e delle madri e il rapporto tra figli e madri costituisce il nucleo principale della nostra vita”. Così il regista Marco Bellocchio nel presentare Fai bei sogni, liberamente ispirato al bestseller omonimo di Massimo Gramellini (edito da Longanesi, 1.350.000 copie vendute) che dopo Cannes, dove ha aperto la Quinzaine, arriva in sala dal 10 novembre in oltre 250 copie con 01 Distribution. Il film, non a caso, racconta la storia di un’assenza, quella della madre di Massimo (Valerio Mastandrea), giornalista famoso che vive nell’ombra di un ricordo doloroso, il mistero della morte della mamma avvenuta durante la sua infanzia. Fai bei sogni attraversa circa trent’anni della vita di Massimo, prima bambino e poi adolescente (Nicolo’ Cabras e Dario DelPiero), e poi, da adulto, giornalista.

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