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Frecciabianca, da Palermo a Catania in tre ore: la verità oltre la festa

Ferrovie in Sicilia. Inaugurato il nuovo treno. Il punto sui lavori di raddoppio della linea. «Nel 2024 i mini-Frecciarossa, dal 2026 l’alta velocità»

Di Mario Barresi |

Ci pensa subito lo “zio Sigmund”. Quando lo speaker di Trenitalia, abituato a ben altri eventi, invita «le autorità a salire sul palco, perché sta per iniziare la presentazione del Frecciarossa». Con balzo felino il sindaco Salvo Pogliese s’avvicina per sussurrargli: «Bianca, la Freccia è bianca». Segue immediata correzione del colore.

Il lapsus, deliziosamente freudiano, dà il senso delle cose. «No, non è una rivoluzione», mette subito le mani avanti Giancarlo Cancelleri. Ma il sottosegretario grillino ai Trasporti, vero padrone di casa alla stazione di Catania, rivendica l’inaugurazione di ieri come «un primo gradino di una scala che cominciamo a salire», cosicché «i siciliani abbiano il diritto di sentirsi anche loro italiani». Ma può bastare questo “contentino”, nella terra ancora illanguidita dal “FrecciaRotta” (insuperabile e imperituro copyright all’allora presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione), per saziare la fame di normalità sulle rotaie? Tutti, anche nel giorno della festa, si fanno domande concrete. La più gettonata, è: ma col Frecciabianca in quanto si farà la tratta Catania-Palermo? Urge risposta. E così, mentre si susseguono gli interventii, ecco una simulazione per scoprire la verità. Prenotando oggi, col semplice treno regionale, il tempo minimo fra le stazioni centrali delle due città è di 3 ore e 9 minuti: partenza alle 7,20; arrivo alle 10,29. Dal 14 novembre, giorno d’esordio del Frecciabianca, la performance annunciata col nuovo treno è di 3 ore e 15 minuti, ma con un unico orario: partenza alle 16,15; arrivo alle 19,30. 

Mentre il cronista, come un novello Ciàula, scopre la luna sul display del cellulare, l’assessore Marco Falcone illumina i presenti con la prima proiezione: «Il 26 settembre abbiamo inaugurato i primi sei chilometri e tra un anno, se l’impresa sarà puntuale, avremo l’intero raddoppio della tratta Bicocca-Catenanuova sulla linea Catania-Palermo, che ci consentirà di risparmiare 12 minuti. Un primo passo verso il doppio binario sull’intera linea».

Le menti più perverse tornano a un ricordo grottesco quando – all’epoca del crollo del viadotto Himera, con l’Isola spezzata in due – qualcuno propose a Ryanair di attivare la tratta aerea Catania-Palermo. Mentre pioviggina, si torna nella realtà. E Cancelleri, nel suo appassionato intervento, loda le novità del Frecciabianca: «Oggi per andare da Catania a Roma con l'Intercity ci vogliono 10 ore e 30 minuti, mentre da giorno 14 con il Frecciabianca si scenderà a 7 ore e 10 minuti, con la possibilità di fare un biglietto unico integrato». E in effetti è vero. «Questo è un cosiddetto “treno a mercato”, una decisione di Trenitalia – scandisce l’amministratore delegato e direttore generale, Luigi Corradi – di migliorare il servizio con un collegamento diretto tra Palermo e Messina via Caltanissetta-Enna-Catania: è come un Intercity perché fa meno fermate rispetto a un treno regionale. È stato studiato per poi portare chi deve andare a Roma in una connessione ottimale con il traghetto e Frecciarossa da Reggio Calabria». 

Nota a margine: la riduzione dei tempi di percorrenza oltre lo Stretto non dipende dal tipo di convoglio, né ovviamente dalle rotaie che restano le stesse. Si sarebbe ottenuto lo stesso risultato, riorganizzando le coincidenze (solo due volte al giorno: una in andata e una al ritorno) anche col vecchio Intercity.

Ma non è che questa inaugurazione del Frecciabianca è la solita passerella? L’onestà intellettuale di Cancelleri è un buon deterrente alla tentazione di risposta affermativa. «È un antipasto, ma un antipasto di qualità. Un piccolo passo avanti rispetto quello che fino a ieri non c’era. Oggi portiamo questo. Dopo 50 anni di paralisi nelle ferrovie in Sicilia non accetto che mi si accusi dei ritardi, perché non abbiamo responsabilità ma abbiamo raccolto la sfida è ci stiamo impegnando per una regione migliore». Insomma, il sottosegretario grillino non è qui per vendere aspirapolvere. E, citando in pieno karma giallorosso gli strali di Antonello Cracolici contro «i nemici da’ cuntintizza», Cancelleri previene anche le immancabili critiche su un altro aspetto: il costo. «Ci diranno che il biglietto è più caro per un treno con gli stessi orari, ma il Frecciabianca sulla Catania-Palermo costa appena un euro in più del treno regionale». Altro consulto sul sito Trenitalia. Oggi il prezzo unico in seconda classe è di 14,90 euro. Per il Frecciabianca in seconda classe si parte da 15,90 (tariffa “super economy”, già esaurita per i primi giorni) per salire a 19,90 e 28 euro rispettivamente in “economy” e “base”; più costosa la prima classe: rispettivamente 21,90, 24,90 e 31 euro. 

E allora meglio cambiare la coniugazione dei verbi. Cancelleri usa il futuro remoto dell’impegno: «Entro la fine del 2024 porteremo i Frecciarossa, quelli a composizione ridotta, che potranno finalmente traghettare». Ma per l’alta velocità si deve aspettare: «Siamo spendendo otto miliardi e 900 milioni – snocciola il sottosegretario – per raddoppiare la linea da Messina a Catania e Palermo e ci muoveremo più velocemente quando dal 2026 questi lavori saranno completati». L’assessore Falcone, sibillino nel ringraziare Trenitalia «per un segnale d’attenzione», invoca «l’impegno a dover fare di più», rivendica «la cura del ferro del governo Musumeci» e tratteggia – con il futuro prossimo – l’imminente uscita della Sicilia dall’era della littorina: «Ad agosto completeremo la nuova flotta dei treni in Sicilia con altri 12 treni bimodali per arrivare totalmente 47 nuovi treni». Ma con appena 590 chilometri di linea elettrificata su 1.370 bisognerà testarne il funzionamento sulle rotaie vecchie.

Cancelleri e Falcone si scambiano in pubblico riconoscimenti sul rispettivo lavoro. In privato sono gli ambasciatori che hanno sanato un incidente diplomatico. La presentazione del Frecciabianca, infatti, era prevista il 20 ottobre scorso. Ma l’invito di Trenitalia a Nello Musumeci è arrivato last minute. E lui, furioso, ha risposto che la Regione non sarebbe stata presente. Soluzione di compromesso: rinvio della data, con Falcone ieri a rappresentare il governatore.

Si sale in carrozza. A bordo sedili più comodi e spaziosi, con stewart e hostess avvenenti. Il treno non si muove, ma è bello a vedersi. In uno scompartimento siedono, sorridenti, i deputati del M5S Giampiero Trizzino e Gianina Ciancio assieme al segretario dem Anthony Barbagallo (presente a omaggiare il “compare” Cancelleri «per l’impegno costante e l’attenzione»); ne mancherebbe uno per una briscola in quattro sul tavolino business del Frecciabianca: fra i tanti altri grillini presenti (Jose Marano, Luciano Cantone e Fabrizio Trentacoste, giusto per citarne qualcuno a memoria) c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Nella carrozza di prima classe, lontani da orecchie indiscrete, si affrontano i discorsi più delicati. Il sindaco di Catania, in asse con Falcone, sollecita a Cancelleri notizie sull’interramento della linea ferroviaria dalla stazione Acquicella a quella di Bicocca, che verrebbe spostata, un’opera che consentirà il prolungamento della pista dell’aeroporto.

Il sottosegretario li rassicura sul progetto, inserito nel Pnnr finanziato per 235 milioni: «Dovrebbe entrare nel prossimo contratto di programma con Rfi. Mi dicono così, spero di confermarvelo a giorni». L’assessore regionale, invece, incalza Cancelleri e Corradi sui “chilometri/treno” dell’accordo Trenitalia-Regione: attualmente sono 11 milioni l’anno, ma dovrebbero salire a 12,5 con un aumento del 15%. «Bisogna pensare alle fasce ferroviarie meno servite: Caltanissetta, il Siracusano, il Ragusano, la Alcamo-Trapani, Caltagirone», si sbilancia Falcone. Certo di ottenere una sorta di compensazione di un potenziale effetto perverso del Frecciabianca: i soldi in più che la Regione dovrà versare alla società per le tratte regionali garantite anche se meno gettonate. Anche Cancelleri ha un’istanza per l’assessore: «Più corse per la Agrigento-Palermo, dove spesso si viaggia anche in piedi».

A dire il vero ieri non s’è proprio viaggiato: «Traffico sospeso tra Montemaggiore e Roccapalumba per l’allagamento della sede ferroviaria provocato dalle pioggia incessante», informa il bollettino Rfi, con i social che pullulano di foto di vagoni allagati e odissee sull’asfalto a bordo degli auto bus sostitutivi. Impercorribile, fino a ieri sera, il tratto per Roccapalumba-Alia. Ma dal 14 novembre c’è il Frecciabianca. Col wi-fi e la carrozza bar. Twitter: @MarioBarresi COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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