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Il Cga “cancella”40 posti extra oncologici all’Humanitas: sos per 700 pazienti

Accolto il ricorso delle cliniche etnee. È l’ultimo colpo di scena di un’intricata vicenda che si trascina dal 2013, quando il governo Crocetta firmò un mega-accordo da 10 milioni l’anno con l'Istituto Clinico Catanese di Misterbianco

Di Mario Barresi |

Humanitas  non potrà più gestire in regime di convenzione 40 posti (20 di Ortopedia e 20 di Neurochirugia) accreditati dalla Regione nel centro clinico di Misterbianco. Doppia stangata della giustizia amministrativa sul colosso dell’oncologia e sull’assessorato alla Salute. Il  Consiglio di giustizia amministrativa  ha infatti accolto due diversi ricorsi di alcune strutture private del Catanese, ribaltando il precedente verdetto del Tar: quei posti sono stati assegnati in modo illegittimo. È l’ultimo colpo di scena di un’intricata vicenda che si trascina dal 2013, quando il governo Crocetta firmò un mega-accordo da 10 milioni l’anno con Humanitas. Ed è in particolare sui 40 posti non oncologici di Ortopedia e Neurochirurgia che s’è aperta la seconda stagione di una serie molto intricata. Con una sceneggiatura che scorre fra procedure contraddittorie, carte bollate e pressioni politiche. Breve riassunto. Il 25 marzo 2020 il dirigente generale della Sanità, Mario La Rocca, sembra voler chiudere una partita che dura da anni. Con un decreto stabilisce «l’idoneità all’apertura ed all’esercizio», nella nuova sede di in contrada Cubba a Misterbianco, di 158 posti letto convenzionati (più 20 in regime libero-professionale): 98 del dipartimento oncologico di III livello, più altri 60 extra-oncologici (20 di Ortopedia, 20 di Neurochirurgia e 20 di Riabilitazione funzionale).

Ma, dopo un esposto di alcune cliniche private catanesi, con l’avallo di Aiop, l’assessorato alla Salute cambia idea. E il 13 maggio lo stesso La Rocca firma un altro decreto, in cui notifica a Humanitas «l’avvio del procedimento di revoca in autotutela» del precedente via libera, poiché l’autorizzazione «ad un più approfondito esame», ora «confligge con la programmazione ospedaliera vigente, validata dal Ministero della Salute». Passano i mesi, in coincidenza con l’emergenza Covid, e la Regione comincia a modificare di nuovo la linea. Prima, l’11 gennaio 2021 ridetermina gli «aggregati di spesa per l’assistenza ospedaliera da privato», aumentando di 5 milioni il budget per Humanitas; poi, a ottobre, arriva la terza capriola sull’ospedale di Misterbianco: archiviato, dopo un parere dell’Avvocatura, l’iter di sospensione in autotutela dell’autorizzazione. Ed è il via libera definitivo ai posti convenzionati. Lo stesso cartello di cliniche private etnee ricorre al Tar. E perde il primo round, con sentenza del 3 gennaio. Ma, negli scorsi giorni, arriva la “vendetta”: il Cga ribalta il precedente giudizio. Lo stesso collegio (presidente Fabio Taormina, consigliere estensore Roberto Caponigro; consiglieri Solveig Cogliani, Maria Immordino e Marco Mazzamuto) si pronuncia su due ricorsi paralleli: uno presentato da Istituto Clinico Vidimura, Istituto J.F. Kennedy, Casa di Cura Cenacolo Cristo Re, Centro Catanese di Medicina e Chirurgia, Casa di Cura Gibiino e Casa di Cura Carmide; l’altro proposto in solitaria da Casa di Cura Valsalva.

Il risultato è tranchant. «Dalla ricostruzione degli atti posti in essere, emerge con evidenza la fondatezza dell’appello, in quanto – si legge nella prima sentenza – gli atti impugnati, laddove hanno attribuito alla Humanitas 20 posti letto in ortopedia e 20 posti letto in neurochirurgia violano il documento di pianificazione e programmazione della rete ospedaliera regionale, ponendosi in contrasto con le previsioni della tabella C allegata al decreto di approvazione della rete che, come visto, non prevedeva l’assegnazione di tali posti nelle specifiche discipline, ma nell’ambito del dipartimento oncologico». Il Cga ha annullato due dei decreti dell’assessorato regionale: il 1227/2019  (con cui fu approvata, «in linea tecnico-sanitaria», la variante in corso d’opera nel progetto del nuovo ospedale di Misterbianco) e il 262/2020 (la prima autorizzazione di La Rocca), condannando Humanitas e Regione al pagamento di 5.000 euro di spese processuali. Non viene però meno l’efficacia dell’atto in cui viene assegnato il budget aggiuntivo a Humanitas, perché «costituiva un atto dovuto, adottato dalla Regione Siciliana, una volta che Humanitas ha completato la realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Misterbianco, in esecuzione dell’accordo sottoscritto tra le parti nel 2013 ed a prescindere dalle discipline per le quali i posti letto in aumento sono stati in concreto attribuiti». Una bacchettata arriva anche per l’assessorato alla Salute, che ha fondato l’ultima giravolta a favore di Humanitas con un atto in cui «non risulta alcuna rivalutazione degli interessi in gioco ed alcun nuovo esame degli elementi di fatto e di diritto considerati in prime cure, né emerge una sia pur minima e sintetica nuova motivazione, se non il laconico riferimento ad un parere reso dall’Avvocatura dello Stato di Palermo, peraltro non osteso».

Quasi complementare la seconda sentenza, che, contrariamente alla prima, annulla il decreto 96/2021 sugli aggregati di spesa, poiché «senza procedere alla determinazione di alcun criterio di ripartizione, salvo il riconoscimento di € 5.000.000 alla Humanitas, ha assegnato il budget per l’attività ordinaria di ricovero alle case di cura accreditate e già contrattualizzate, determinando, in tal modo, l’automatica preclusione al convenzionamento per le altre case di cura accreditate, ma non ancora contrattualizzate». La Regione, per il Cga, «avrebbe dovuto stabilire equi e ragionevoli criteri, che tengano eventualmente conto anche del tempo in cui i soggetti privati già contrattualizzati hanno effettuato i conseguenti investimenti, per determinare la ripartizione delle risorse tra i soggetti accreditati, evitando di precludere automaticamente agli accreditati non ancora contrattualizzati l’accesso al convenzionamento».

E ora che succede? Humanitas «ha preso atto delle sentenze» del Cga e «adotterà ogni misura utile per garantire assistenza e cura ai pazienti». L’istituto riparte dai «provvedimenti attuativi dell’accordo del 2013», considerando che, in base alle due sentenze, «l’assegnazione sarebbe avvenuta in contraddizione con la programmazione regionale del 2019». Humanitas «fa appello alla Regione Siciliana per adottare con urgenza misure necessarie per evitare che ai pazienti già prenotati, tutti rivoltisi al Servizio sanitario nazionale, siano negate le cure richieste. A oggi la lista d’attesa prevede infatti più di 700 pazienti di Ortopedia e Neurochirurgia non oncologica in attesa di interventi chirurgici complessi e difficilmente differibili». E l’istituto «auspica inoltre che la Regione Siciliana adotti i necessari adeguamenti nella sua programmazione, in linea con gli impegni presi dall’Ente nel 2013 e a fronte degli ingenti investimenti effettuati da Humanitas come da programma concordato con la Regione». E «sta valutando insieme ai propri legali ogni iniziativa prevista dall’ordinamento a sostegno della propria posizione, a suo tempo avvallata dal Tar Sicilia». Humanitas, infatti, «ha da sempre chiarito che la programmazione del 2019 non aveva negato la dotazione di 40 posti letto che era stata fin da principio voluta dalla Regione a tutela dei suoi cittadini, per assicurare, già in territorio siciliano, assistenza sanitaria di indiscutibile primario livello». Al governo Schifani la delicatissima decisione finale. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA