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IL CASO

Stromboli e la fiction della beffa: ancora nessun risarcimento per l’incendio che devastò l’isola

La Rai, pronta a trasmettere la serie tv, offre una “vetrina” per l’isola nei palinsesti, il no del sindaco. A rilento l'inchiesta della magistratura

Di Fabio Tracuzzi |

“Protezione civile”, la fiction che distrusse l’isola di Stromboli andrà in onda sulla Rai. Siamo al ridicolo. O se preferite all’assurdo. Stromboli, mese di maggio del 2022. Un colpo di vento, ma vento di scirocco e quel fuocherello che era stato acceso per completare la riprese della fiction “Protezione civile” girata per l’appunto a Stromboli e con Ambra Angiolini (estranea ai fatti per carità) protagonista, quel fuocherello dicevamo, in un batter di ciglio si trasformò in un mostro di fiamme con lingue di fuoco che per l’intero giorno e tutta la notte distrussero l’isola. Solo il coraggio degli strombolani evitò il falò delle case. E, soprattutto, salvò vite umane. Ma solo grazie al coraggio di tutti e magari per volere di una volontà superiore. Ma tutta l’isola, eccezion fatta per Ginostra, sull’altro versante, andò distrutta dalle fiamme. Tutto in cenere. Desolante.

Niente più colori

uando arrivavo a Stromboli alzavo sempre lo sguardo verso la montagna sicuro di trovare l’isola in tutto il suo splendore, la sua magia, la sua allegria, i suoi colori. Tutti i colori del mondo sulle pendici delle montagne. Quei colori che vedendoli appena arrivi ti fanno dire: ecco sono a casa. Un gesto che hai ripetuto migliaia di volte e sempre come se fosse la prima. Ma quel 26 maggio 2022 non fu così. Sì, Stromboli era sempre lì, al suo posto ma gravemente ferito. Niente più colori, niente più alberi, niente più ginestre, capperi e le vigne per la malvasia. Niente. Solo una enorme, infinita distesa nera. Un girone dantesco: tutto bruciato da Scari a Piscità. Tutta l’isola insomma. Due Canadian giravano facendo la spola tra il mare e la montagna dove scaricavano montagne d’acqua. Una cosa è certa, quella distruzione che il Vulcano non ha mai provocato con esplosioni eruzioni persino tzunami, era stata provocata dall’uomo. Stupidità, ipocrisia, arroganza superficialità dell’uomo. Tutto insieme.

Le riprese

E subito il mondo intero sbalordito, sbigottito, indignato il giorno dopo accusò la Rai che non aveva previsto le opportune precauzioni. Si disse subito, e anche io, sbagliando, lo sottolineai più volte che la Rai non c’entrava niente. Che non c’erano mezzi Rai sull’isola e che la produzione era della “11 Marzo Film”. Adesso veniamo a sapere che non solo la Rai manderà in onda la fiction, ma che come risarcimento per gli enormi danni ha proposto una puntata della miniserie dove si raccontano le bellezze dell’isola. Proposta indecente e che è stata rifiutata dal sindaco di Lipari, Gullo, e dagli stromboliani. E la Rai dovrebbe inoltre spiegare perché ha chiesto al sindaco di poter tornare sull’isola per poter ultimare le riprese. Eppure avevano detto di non essere i produttori e che non avevano responsabilità. Ma Stromboli ha detto no. Orgogliosamente.

E allora le riprese sono state ultimate da un’altra parte. Indovinate un po’ dove? Protezione civile, isola, macchia mediterranea, vulcano attivo. Semplice, sull’Etna. Una proposta indecente quella della Rai, resa possibile dal fatto che a più di un anno di distanza la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, competente per territorio, non solo non ha ancora chiuso le indagini sul rogo ma ne ha allungato continuamente i termini. Così Maria Pia Ammirati, responsabile di Rai Fiction, il 29 ottobre manda una pec al sindaco di Lipari nelle quale, dopo i soliti inutili convenevoli di ogni lettera, scrive testualmente: «…sappiamo quanto sia stato doloroso per Lei e i suoi concittadini e vorremmo come Rai rassicurarvi su quelle che sono le intenzioni che ci hanno sempre animato, ovvero quelle di veicolare e valorizzare le bellezze dell’isola, il sole, il mare, i profumi attraverso una serie che potesse veicolare lo spirito isolano in tutte le sue dimensioni e sfaccettature, l’anima laboriosa, lo spirito d’accoglienza…» e bla bla bla smielati. E continua: «Ed è in questo contesto che come servizio pubblico vorremmo che Stromboli avesse il giusto risalto all’interno dei nostri palinsesti». Chiude chiedendo al sindaco un incontro. Insomma sembra proprio la lettera del solito conquistatore che arriva, distrugge e per ripagare dei danni provocati offre un baule pieno specchietti e biglie colorate, tanto quegli ignoranti, cioè noi, diranno subito di sì.

Invece no. Perché la risposta del sindaco e degli stromboliani tutti è da applausi e si conclude così: «… è del tutto evidente che la vostra condotta e quella della “11 Marzo film” non può essere definita collaborativa e la popolazione di Stromboli ne serva ancora un triste e nefasto ricordo». Come dire: noi non abbiamo più l’anello al naso.

Le barriere naturali

Alla Rai dimenticano che proprio a causa di quell’incendio che distrusse tutte le barriere naturali del paese (alberi e radici), a causa di un temporale del mese di agosto una montagna di fango venne giù a valle, riempendo case e strade. Catastrofe dopo catastrofe, danni dopo danni. Solo l’ora tarda, con le strade deserte, impedì una vera strage.

Riaffiora ancora l’idea di quella volontà superiore. Case spazzate via con tutto quello che c’era dentro, commercianti in ginocchio. E fango fino nelle case fino ai tetti. E ora la Rai vorrebbe trasmettere un “carosello” per dire quanto è bella Stromboli, andate a Stromboli. No grazie. Stromboli non ne ha bisogno. E vergognatevi un po’ se ne siete capaci.

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