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Centrodestra siciliano in tilt, Miccichè “convoca” gli alleati, Fdi diserta, caos nella Lega

Il presidente dell'Ars intende aprire la partita sulla candidatura alla presidenza della Regione. Fratelli d'Italia freme e Minardo derubrica l'incontro in "chiacchierata tra deputati"

Di Mario Barresi |

L’unica certezza è che l’incontro è stato convocato. Oggi pomeriggio all’Ars, nello studio di Gianfranco Miccichè. Ma il punto è chi ci sarà e chi no. Più dirigenti del centrodestra siciliano confermano la propria presenza. A partire da Roberto Di Mauro, segretario regionale degli Autonomisti.

«Sarà un primo importante momento di confronto per la coalizione dopo le ultime dichiarazioni del presidente Nello Musumeci». Anche perché, da autorevoli fonti romane, si apprende che gli sherpa di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sono al lavoro per incastrare le tre agende affinché i leader si possano vedere presto, «entro il fine settimana».

E questo è uno dei motivi per cui in Sicilia s’è spinto molto sulla data di oggi. Non si dovrà assumere alcuna decisione campale sulle Regionali, ma all’ordine del giorno c’è la linea sulla ricandidatura del governatore uscente e le connesse “varie ed eventuali”.

Dovrebbe essere un incontro in piena sintonia con il refrain salviniano «sulla Sicilia decidono i siciliani», eppure Nino Minardo derubrica l’evento: «Non mi risulta alcun vertice del centrodestra siciliano, magari qualche deputato avrà deciso di fare una chiacchierata», confessa a La Sicilia nel tardo pomeriggio il segretario regionale della Lega, già negli scorsi giorni gelido sull’appuntamento («ci sono altre priorità») che Miccichè andava convocando per telefono.

Ora Minardo affonda il colpo e rischia di affondare pure il vertice, visto che – si apprende dalla chat del gruppo Ars – ha vietato la partecipazione ai suoi «senza la preventiva autorizzazione del sottoscritto». Una linea dura, magari legata all’incidentale scoperta che Miccichè  («Perché tu, Nino, non mi hai più risposto al telefono») al summit nel frattempo ha invitato  Luca Sammartino.

Riecco gli  interrogativi irrisolti: chi comanda davvero nella Lega in Sicilia, chi è l’interprete autentico della linea di Salvini?

La posizione  di Minardo (che ieri a Roma ha visto il Capitano per un breve check della situazione siciliana) non è indifferente. Perché oggi la presenza o l’assenza della Lega può dare un senso, politico prima che mediatico, all’incontro: sarà il primo vero vertice sulle Regionali o un raduno dei No-Nello? 

Anche perché c’è un’altra (prevedibile) assenza già annunciata. Oggi all’Ars non ci sarà alcun rappresentante di Fratelli d’Italia: né Salvo Pogliese né Giampiero Cannella, coordinatori orientale e occidentale del partito. I quali si sarebbero confrontati con Ignazio La Russa, ricevendo l’input che il senatore a sua volta ha  avuto da Meloni in persona: «Saltiamo un giro, non andateci».

Non un preavviso di rottura, ma soltanto la «necessità di chiarire alcune dinamiche interne al partito prima di sedersi con gli alleati siciliani», come avrebbe spiegato Pogliese agli alleati. Ieri, per inciso, il gotha di Fratelli d’Italia s’è riunito all’hotel Westin Excelsior di Roma per l’apertura della tre giorni di “Study Days” organizzata da Ecr, il gruppo dei conservatori al Parlamento Ue. Non c’è il “federato” Musumeci. C’è invece Raffaele Stancanelli, corteggiato dagli alleati siciliani come «nome di sintesi».

L’eurodeputato è in prima fila accanto a La Russa e viene colto in un «cordiale saluto» con Meloni. Un’accoglienza ben più calorosa di quella ricevuta da Stancanelli a Milano, ad aprile, alla convention patriota che sancì l’asse col governatore. 

Dettagli, spigolature, particolari. In un quadro in cui il centrodestra siciliano sembra navigare a vista. Con la consapevolezza, sempre più diffusa, che «ormai Musumeci non c’è più». Anche se il presidente continua a tessere la sua tela, confidando ai fedelissimi la sua password politica per il bis: «A me magari c’è qualcuno che non mi sopporta, ma Miccichè lo odiano tutti». Ma tutti continuano a cercarlo. L’ultimo della lista è Massimo Russo, magistrato ex assessore di Raffaele Lombardo, ricevuto ieri dal presidente dell’Ars.

Musumeci, lunedì a Catania, ha invece sondato l’Udc tramite l’assessore Mimmo Turano. Che non si sarebbe sbilanciato più di tanto, pur assicurando che «per noi non ci sono preclusioni». E ieri a Roma lo stesso Turano (dopo un incontro col suo leader nazionale Lorenzo Cesa) ha visto Minardo. Discutendo  liste in comune per l’Ars nel  contenitore moderato  di Prima l’Italia.

Tutto e il contrario di tutto. Ma la teoria del caos è smentita da chi si dice certo che «la situazione si risolverà, con una forte accelerazione, entro la prossima settimana». Non resta che attendere. Twitter: @MarioBarresi   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA