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Ex province senza pace, il voto slitta al 31 luglio

Di Lillo Miceli |

PALERMO –  Il prossimo 26 febbraio non si voterà per eleggere i presidenti dei Liberi consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani né le assemblee delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. La consultazione elettorale di secondo grado – hanno diritto di voto solo in consiglieri comunali e i sindaci in carica – è stata rinviata al 31 di luglio. Una decisione maturata in seguito al problema posto dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che in una lettera inviata alla Regione aveva messo in rilievo un particolare di non poco conto: nel capoluogo siciliano si tornerà alle urne nella prossima primavera per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Pertanto, l’assemblea metropolitana che avrebbe dovuto essere eletta il 26 febbraio, sarebbe decaduta e si sarebbe dovuto rivotare per eleggere la nuova.

La bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre, però, ha rimesso in discussione, sul piano politico, la cosiddetta “riforma Delrio”. Parecchie forze politiche, trasversalmente, hanno ipotizzato il ritorno al voto diretto, anche perché le Province continuano a fare parte degli statuali previsti dalla Costituzione. In effetti, la “riforma Delrio”, che ha abolito gli organi amministrativi delle vecchie province e ridimensionato le competenze, fu fatta entrare, avventatamente, in vigore prima ancora che venisse perfezionata la riforma costituzionale.

E così il disegno di legge del governo Crocetta che prevedeva il rinvio a settembre solo dell’elezione dell’assemblea metropolita di Palermo, in commissione Affari istituzioni è stato emendato, rinviando tutte le votazioni entro fine luglio. L’Ars, ieri, ha incardinato il provvedimento che dovrebbe essere approvato martedì della prossima settimana. Ma l’obiettivo delle forze di maggioranza e di opposizione, tranne i grillini, sarebbe quella di approvare, subito dopo la sessione di bilancio che si dovrebbe chiudere entro il 28 febbraio, un disegno di legge che preveda il ritorno al suffragio diretto per l’elezione dei consiglieri e dei presidenti dei Liberi consorzi comunali. Per quanto riguarda i sindaci delle Città metropolitane, che la “legge Delrio” fa coincidere con quelli di Palermo, Catania e Messina si valuterà la possibilità di votare anche per il sindaco metropolitano, evitando di entrare in conflitto con la norma nazionale. Questo disegno di legge dovrebbe essere approvato speditamente, per consentire di accoppiare le elezioni di Liberi consorzi e Città metropolitane con quelle dei comuni.

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