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Processo Scieri, si torna in aula: Viberti tra i dieci testi previsti

Viberti è l’ultimo commilitone a vedere vivo Emanuele la sera del 13 agosto, dopo aver trascorso con lui la libera uscita ed essere, successivamente, con lui rientrato nella caserma Gamerra di Pisa dove il para' siracusano fu poi trovato morto

Di Massimiliano Torneo |

Si torna in aula oggi, 28 maggio, ventuno giorno dopo l’udienza che ha aperto il dibattimento nel processo per l’omicidio di Emanuele Scieri. Dinanzi la Corte d’assise del tribunale di Pisa gli imputati sono i due ex caporali della caserma Gamerra in cui Emanuele venne ucciso il 13 agosto del ’99 e ritrovato tre giorni dopo: Alessandro Panella e Luigi Zabara, accusati di omicidio volontario in concorso. Saranno dieci i testi che oggi si sottoporranno all’esame delle parti e dei giudici.

Tra loro c’è una vecchia conoscenza delle cronache di questa vicenda: Stefano Viberti, l’ultimo commilitone a vedere vivo Emanuele la sera del 13 agosto, dopo aver trascorso con lui la libera uscita ed essere, successivamente, con lui rientrato. Emanuele gli disse che avrebbe voluto fare una telefonata prima di salire in camerata e lì si separarono. Viberti, tra le altre cose, verrà chiamato a confermare in quale punto esatto della caserma lasciò Emanuele: le indagini hanno appurato esserci un luogo, l’area del casermaggio dove Lele verrà ritrovato morto, che veniva considerato di dominio di un gruppo preciso di nonni. Tra i quali gli imputati. Oggi verranno sentiti anche i quattro commilitoni che trovarono il corpo di Lele, il 16: Walter Raggiri, Marco Ravasi, Carlos Picelli e Marco Parodi. E ancora il caporale istruttore che era di servizio il 16 Francesco Infantino. I quattro, tra le altre cose, saranno chiamati a confermare quanto già affermato, ossia che alla Gamerra era possibile pernottare anche se si era in licenza. È una circostanza chiave, visto che gli imputati erano formalmente in licenza, ma alcuni testimoni fondamentali per questo processo li danno in caserma quella notte in abiti civili. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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