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Serie D, le pagelle di Akragas Agropoli

Serie D, le pagelle di Akragas Agropoli

Di Fabio Russello |

Queste le pagelle dei biancazzurri dopo il 2 a 2 casalingo contro l’Agropoli. FILIPPO TISCIONE 6,5. (il migliore). Sui due gol dell’Akragas del primo tempo c’è sempre il suo zampino perché sulla nostra fascia destra è risultato letale per gli esterni dell’Agropoli. Nella ripresa cala un po’ ma io non lo avrei fatto uscire anche eprché era l’unico che riusciva a superare l’uomo creando superiorità numerica. LOMONACO 5. Ok ok, ha 18 anni e dunque va giustamente sostenuto. Però il pari dell’Akragas è anche figlio di una sua uscita a farfalle che dà il 2 a 1 all’Agropoli e che fa il paio con un’altra uscita folle qualche minuto prima. La sua crescita non mi pare così veloce come tutti noi ci aspettavamo e la dimostrazione è il fiato sospeso (in tribuna e in campo) ogni volta che la palla arriva dalle parti della nostra area. Lomò, datti una mossa. DE ROSSI 6. Non è dalla sua parte che l’Agropoli sfonda. Anzi sulla nostra destra né Daniele Arena né Ragosta né Canotto riescono mai a creare un pericolo. Nel primo tempo è attivo pure sul fronte offensivo anche se non si vede un solo cross come Dio comanda. Nella ripresa il canovaccio è lo stesso, ma nell’assedio finale dell’Akragas alla ricerca del 3 a 2 non si rende granché utile. DENTICE 5. Buca la seconda partita di fila all’Esseneto perché il gol e il rigore per l’Agropoli sono figli di suoi errori individuali. Canotto insomma gli fa vedere i sorci verdi ed è tardi quando Feola si accorge che bisogna dargli una mano. E siccome sa di averla combinata grossa per il resto della ripresa ogni volta che gli passano la sfera sembra che quel pallone pesi una tonnellata. Così non va. BAIOCCO 6,5. Deve cantare e portare la croce in un centrocampo che forse deve essere protetto di più. Comunque fisicamente non molla un centimetro e prova anche a mettere ordine alla manovra quando nella seconda metà della ripresa l’Akragas cerca di rimediare alla frittata fatta. Il problema è che avrà bisogno di rifiatare e quando ne avrà bisogno per l’Akragas saranno dolori. VINDIGNI 6. La sua partita è alla Ciccio Vindigni: se la deve vedere con Tarallo, col quale fa spesso a sportellate, ma Tarallo la porta la vede solo una volta e per giunta dal dischetto. È il classico caso di calciatore che gioca in serie D ma non si capisce bene il perché visti certi brocchi che calcano i campi anche di serie A. Se fosse cresciuto in un settore giovanile di una società di serie A a quest’ora, secondo me, sarebbe là. CHIAVARO 6. La domenica precedente ci aveva regalato un insperato pareggio col Rende. Non possiamo certo sperare che segni due gol a partita perché lui è il corazziere che deve stare in difesa. E la sua partita dietro è infatti attenta e precisa. Non ci sono sbavature e c’è solo una leggerezza nel controllo del pallone che stava rischiando di provocare il patatrac nel primo tempo. Sui due gol lui colpe non ne ha. TROFO 6. Il furetto biancazzurro nel primo tempo è implacabile e insegue il portatore di palla avversario con una ferocia agonistica e una precisione degni di nota. Poi nella ripresa si becca l’ammonizione (era diffidato: salterà la trasferta di Gioia Tauro) e perde la sua efficacia. Ma ha sofferto anche il marasma tattico della ripresa: se sei 2 a 0 forse non devi soffrire e correre così tanto. MELONI 5. Se l’Akragas non vince la colpa è (soprattutto) sua. Al suo – si fa per dire – attivo tre errori colossali sotto porta che hanno il demerito di non chiudere la partita dell’Akragas e di dare ossigeno all’Agropoli. Gli avrei dato 4,5 se non fosse per l’assist del 2 a 0 a Savanarola. Beppe è tornato dalle vacanze di Natale arrugginito: ma che gli hanno fatto mangiare durante durante il cenone della Vigilia? SAVANAROLA 6. È l’uomo che deve tenere più stretti i reparti perché il modulo dell’Akragas se non c’è compattezza diventa suicida. Nel primo tempo ci riesce bene perché dietro Meloni e con ai fianchi Tiscione e Catania tiene la posizione alla grande: non solo copre quando c’è da coprire, ma segna pure il gol dell’illusorio 2 a 0. Nella ripresa esce per fare spazio più che a Longoni alla stazza fisica di Longoni. CATANIA 6. Segna l’uno a zero con una bella spizzata e dà una mano al centrocampo in diverse occasioni e in diverse posizioni. Ha un’esperienza e un tocco del pallone tale a cui, giustamente, l’allenatore Vincenzo Feola non vuole rinunciare. Però è chiaro che se c’è da rompere il gioco avversario fa più fatica. La sua è stata una partita di sofferenza in una domenica che meritava più fortuna. DEZAI 6. Feola gli dà venti minuti per cercare di sfruttare la sua velocità. Ma con un Agropoli chiuso nella sua area di rigore non può mettere in mostra il meglio del suo repertorio. Solo una volta nello spazio stretto è riuscito a mettere in difficoltà i difensori campani oggi con una maglia che sembrava quella del personale Anas lungo le strade. Di sicuro c’è che durante i minuti in cui è in campo non molla mai. LONGONI s. v.. Entra quando c’è da giocarsi il tutto per tutto ma non cambia granché nell’inerzia della partita. Però sembra uno forte. Si vedrà quando avrà più minuti sulle gambe. ARENA s. v. L’idolo dei tifosi è lui ma è un po’ incupito anche perché gli toccano sì e no dieci minuti. Si rende pure pericolo con un colpo di testa, il che è quanto dire. VINCENZO FEOLA 5 (allenatore). Le partite all’Esseneto durano novanta minuti e l’Akragas anche questa volta si è mangiata la partita con un pessimo avvio di ripresa. Certo, se Meloni avesse segnato il 3 a 0 staremmo qui a parlare del condottiero che ci porta in Lega Pro. Però a maggior ragione deve capire che c’è qualcosa che non va. E quindi deve trovare una soluzione.

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