Economia
Istat, l’economia illegale in Sicilia vale 15 miliardi di euro
Allarme conti per la Regione siciliana, con lo spauracchio di un nuovo buco nel bilancio. Il dipartimento Economia sta valutando l’impatto sul bilancio dell’ultimo bollettino Istat di fine dicembre con i dati definitivi del Pil per il 2015 e 2016 in netto ribasso rispetto alle stime che erano state fatte e sulle quali i centri studi, compreso quello della Regione, avevano basato le proprie previsioni. Si scopre così che due anni fa la Sicilia è caduta in recessione con il Pil a -0,1% a fronte della stima dello +0,2%; in calo anche il Pil del 2016, che passa da 2,1% a 0,9%.
Sempre il bollettino Istat ha fornito altri dati come ad esempio l’incidenza dell’economia illegale. Secondo l’Istituto di statistica ha un valore di 14,95 miliardi con una incidenza del 19,2% sull’intero Pil (77,89 mld nel 2015). La percentuale, come si legge nell’ultimo bollettino Istat diramato a fine anno, è più alta solo in due regioni, Calabria (21,3%) e Campania (20,1%). Un fiume di denaro per quella che gli esperti definiscono “economia non osservata” e che include sommerso e attività illegali.
Negli ultimi tre anni, prendendo per buoni i numeri, la Sicilia ha prodotto un economia non osservata pari a quasi 50 miliardi di euro. Soldi sconosciuti al Fisco e agli Istituti di previdenza. Dentro questa montagna di soldi stimata per il 2015 c’è un po’ di tutto: dalle imposte non dichiarate dalle imprese per 5,68 miliardi (7,3%) al lavoro nero per 6,31 miliardi (8,4%) alla voce economia illegale per altri 2,96 miliardi (3,3%). Se la Regione riuscisse a incassare parte di questa montagna di denaro risolverebbe molti dei suoi problemi: basti pensare all’indebitamento pari a 8 mld e al disavanzo pari a quasi 6 mld.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA