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Convivere con il Parkinson d’estate, i consigli dei neurologi

Roma, 1 ago. (AdnKronos Salute) – Il caldo estivo, per chi convive con una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale come il Parkinson, rappresenta un disagio più grande rispetto alla maggior parte delle persone. A ricordarlo sono la Società italiana di neurologia (Sin) e l’Accademia Limpe Dismov, che propongono una serie di consigli utili per […]

Di Redazione |

Roma, 1 ago. (AdnKronos Salute) – Il caldo estivo, per chi convive con una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale come il Parkinson, rappresenta un disagio più grande rispetto alla maggior parte delle persone. A ricordarlo sono la Società italiana di neurologia (Sin) e l’Accademia Limpe Dismov, che propongono una serie di consigli utili per aiutare i pazienti ad affrontare al meglio questi mesi estivi.

La stitichezza o stipsi – osservano i neurologi – conseguente alla lentezza dei movimenti, ma anche di alcuni farmaci che possono essere prescritti per la cura della malattia, è un disagio che aumenta in estate a causa della tendenza alla disidratazione o della scarsa idratazione e per la vita sedentaria. Per contrastarla – raccomandano – è consigliabile dedicarsi a un’attività fisica regolare, consumare liquidi in maniera adeguata e scegliere un’alimentazione ricca di frutta e verdura e di fibre in generale, assicurandosi che la dieta sia bilanciata come apporto energetico.

La dieta – sottolineano i neurologi – non deve essere restrittiva, ma bilanciata e variata nella scelta degli alimenti, e anche nei modi di cottura. Un corretta alimentazione si basa sulla varietà dei cibi e delle ricette per la preparazione dei pasti. La composizione ideale della dieta bilanciata dovrebbe essere la seguente: la maggior parte dell’energia (55-58%) dovrebbe provenire dai carboidrati (cereali e loro derivati, patate), una quota del 25-30% dai grassi e il 12-15 % dalle proteine.

Gli specialisti Sin e Limpe Dismov consigliano di bere nell’arco della giornata almeno 2-3 litri d’acqua, sia a pasto che fuori pasto, e di aumentare la quantità in caso di sudorazione abbondante. Una buona occasione per imparare a bere molto – suggeriscono – è assumere un bicchiere d’acqua ogni volta che si assumono i farmaci, oltre che durante i pasti. E’ consentito consumare non più di 1-2 bicchieri al giorno di vino, privilegiando il bianco fresco d’estate, mentre i superalcolici andrebbero ridotti o eliminati. Sì a caffè e thè.

“Mantenere alcune abitudini giornaliere – spiega Nicola Modugno, responsabile del Centro Parkinson dell’Istituto neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia) – può essere utile per aiutare il cervello a preservare la gestione di alcuni automatismi. Ad esempio, rispettare la cadenza dei pasti giornalieri: non è importante mantenere un orario fisso, ma curare la regolarità”.

Con il caldo, poi, aumenta anche la sensazione di stanchezza. Questo è causato da più fattori, tra cui i farmaci, la malattia stessa, il sonno disturbato, la depressione e la ipotensione che di estate si accentua. I neurologi consigliano quindi di dedicare tutto il tempo necessario a svolgere le varie attività, imparando a riconoscere e sfruttare i momenti in cui i farmaci sono più efficaci e ci si sente meno stanchi, ed effettuare un regolare esercizio fisico in modo da mantenere i muscoli tonici.

“Avere uno spazio della giornata dedicato all’attività fisica all’aria aperta è molto importante – ribadisce Modugno – ed è utile ricordare che la fascia mattutina dalle 7 alle 11, e quella pomeridiana dalle 18 alla sera, sono i momenti della giornata in cui è preferibile praticare delle attività fisiche e motorie”. Una passeggiata serale prima di andare a letto è fortemente raccomandata: diverse esperienze riportate dai pazienti suggeriscono, infatti, che arrivare la sera con un senso di stanchezza fisica dovuto alle diverse attività praticate durante il giorno accresce il senso di benessere riducendo la diversa sensazione di stanchezza dovuta all’astenia e all’ipotensione.

I neurologi consigliano, dove possibile, di praticare l’attività fisica con delle passeggiate di lunghezza relativa alle possibilità, con presenza di frequenti pause ristoratrici. Per i pazienti impossibilitati a passeggiare – concludono – è comunque consigliato portarli sempre all’aria aperta ed in mezzo ad altre persone per diversi tratti della giornata, avendo sempre cura di farli bere spesso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA