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Mafia: Montante, ‘nostro Codice etico non era giustizialista, volevamo salvare il paese’ (2)

Di Redazione |

Poi Montante ricorda la prima costituzione di parte civile in un processo di mafia a Gela. “A partire dal 2005 – dice – Confindustria Sicilia decise di costituirsi parte civile per la prima volta in un processo di mafia. Era la prima volta in assoluto. Si invitavano i colleghi di Gela a esporsi. Era importante perché era un messaggio, bisognava fare delle scelte. Se stare con lo Stato o con le organizzazioni criminali. Così fu dato incarico all’avvocato Galasso”. “Nello stesso direttivo di Confindustria era stata deliberata anche la costituzione di parte civile di Confindustria in tutti i processi che riguardavano la mafia”, ricorda. E poi parla della “lamentela della Procura di Caltanissetta”, sollecitato dal suo difensore Panepinto, perché c’erano degli associati che “da un lato si costituivano parte civile e altri che pagavano il pizzo”. “Ci sono tutte le documentazioni interne – dice – che confermano queste polemiche”.

Poi, parlando dell’ex assessora regionale siciliana, Linda Vancheri, sua ex collaboratrice, spiega: “Non è mai stata la mia segreteria. Era una sconosciuta ma fu segnalata dal Prefetto di Caltanissetta di allora, era interprete presso il Centro di accoglienza. Era stata assunta nel 2005 come responsabile dell’internazionalizzazione del sistema Confindustria, non solo locale ma anche nazionale. Era anche la responsabile di ‘Più scuola, meno mafia’ con la moglie di Pietro Grasso che lavorava al Miur. Ed era anche la responsabile per vigilare sui protocolli di legalità. Questo prima ancora di fare l’assessora” dell’ex Presidente Rosario Crocetta. “Ha dovuto vigilare su tutto quello che si scriveva – dice – per evitare errori grossolani, ad esempio su quello che scriveva Marco Venturi”, quest’ultimo oggi uno dei maggiori accusatori di Montante.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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