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Gli Stati Uniti d’Europa di Renzi candidato “siciliano”: «Con Cuffaro nessun accordo ma lo difendo»

Il senatore e leader di Italia Viva, ex presidente del Consiglio, oggi a Palermo (Marina Yachting, molo trapezoidale) per presentare la lista in cui è candidato anche nelle Isole

Di Mario Barresi |

Senatore Renzi, arriva a Palermo per presentare una lista che nelle Isole è a trazione Italia Viva, con lei ottavo candidato. Dopo l’annunciata scelta di andare a Bruxelles se eletto, cosa farebbe da eurodeputato “siciliano”?«La lista è una lista ambiziosa e si chiama Stati Uniti d’Europa. Perché c’è bisogno di Europa oggi più che mai, in questo mondo impazzito che rischia la terza guerra mondiale solo perché la politica abdica e rinuncia al suo ruolo. Dunque chi crede nella politica e nel futuro, vota Stati Uniti d’Europa. I populisti e i sovranisti, invece, possono votare tutte le varie liste che nel simbolo hanno un cognome, anziché un progetto politico. Quanto al progetto per la Sicilia: io amo alla follia quest’isola, ancora una settimana ero con mia moglie nella Valle dei Templi. Penso che questa isola possa diventare per l’Europa ciò che oggi è la Florida per gli Stati Uniti: uno straordinario mix di divertimento, intelligenze, aziende innovative e qualità della vita. Bisogna che per primi ci credano i siciliani. Io se eletto lavorerò in questa direzione».

Dopo lo sbarco alleato, nel secondo dopoguerra, i separatisti siciliani sognavano l’Isola come 49ª stella degli Usa. Oggi voi proponete gli Stati Uniti di un’Europa che alle nostre latitudini, più a Sud di Tunisi, viene vissuta lontana se non addirittura matrigna. Come si avvicina Bruxelles a Palermo?«Smettendo di lamentarsi dell’Europa e provando a cambiarla. Sì, in Europa si parla di Sicilia più per l’immigrazione che per l’Etna Valley o per la bellezza del patrimonio culturale di questa terra. Ma cambiare si può. Io credo di poter svolgere un ruolo in questo senso. L’Europa deve capire che la Sicilia, per la sua storia, è la regione più europea di tutti: convivono qui le radici greco-romane con le culture europee che hanno guidato questa terra. Il Parlamento è nato prima qui che a Strasburgo. Ma anche voi dovete scegliere la strada della speranza e non della lamentazione».

Le sblocchiamo un doppio ricordo. Due “cartoline” siciliane: la firma del Patto per la Sicilia alla Valle dei Templi di Agrigento e la presentazione del logo del G7 a Taormina. Cos’è cambiato, nell’Isola, in questi anni con l’avvento del centrodestra?«Il G7 è stata una grande operazione politica sulla Sicilia. E se a Taormina molte cose sono cambiate, anche grazie alle produzioni televisive americane, si deve a quella scelta del mio governo. Avendo perso il referendum quattro mesi prima non mi sono potuto gustare il G7 da protagonista, ma come sono stato felice di vedere le foto dei leader dal Teatro Greco esattamente come le avevo immaginate con Luca Finardi, allora direttore del Timeo. Quanto alla Valle dei Templi so che nessun governo nazionale ha dato alla Sicilia risorse come facemmo in quell’evento. Purtroppo sia Crocetta che Musumeci non hanno speso tutti i soldi che l’esecutivo Renzi aveva messo a disposizione della vostra terra. Spero che Schifani faccia meglio: peggio non sarebbe possibile».

L’ipotesi di candidare persone gradite a Cuffaro è diventato un caso nazionale. Alla fine Zambuto e Abbadessa hanno fatto un passo indietro.  +Europa rivendica il veto su entrambi: è vero?«Sono molto dispiaciuto per quello che è successo. Ho candidato Marco Zambuto alle Europee del 2014 quando eravamo nel Pd. Perché non avrei potuto  candidarlo adesso, dieci anni dopo? Zambuto è una persona perbene e ha subito sulla sua pelle una ingiustizia clamorosa legata all’abuso d’ufficio. Purtroppo il grillismo degli antigrillini – mi riferisco a Calenda, che ormai usa gli stessi argomenti di Travaglio – lo ha additato come un avversario da abbattere. E abbiamo preferito, tutti insieme, evitare di far gettare fango su una persona come Marco e come la sua compagna. Il fatto che Zambuto sia il compagno della figlia di Cuffaro, che non conosco ma tutti mi dicono essere una magistrata di straordinarie qualità, non può diventare la ragione di un’aggressione mediatica così scandalosa. Difendo Marco Zambuto e la dottoressa Ida Cuffaro. Non ci sono stati veti di Più Europa, ma solo un passo indietro per ragioni di opportunità politica. Marco, Ida e quelli come loro sono cittadini che meritano rispetto e non una ingiustificata, inspiegabile, disumana gogna».

Ma allora fra lei e Cuffaro l’accordo, con Faraone testimone, c’era o no?«No, lo abbiamo sempre detto, sia noi che loro. Non c’è stato accordo tra la Dc e la lista Stati Uniti d’Europa. Ma ora che questa vicenda è finita, posso dire che questo modo di aggredire le persone è profondamente ingiusto e giustizialista? La Dc non sosterrà i nostri candidati. Proprio perché Cuffaro non è mio alleato mi sento di difendere il principio per cui i diritti costituzionali non possono essere sospesi per editto mediatico. Ha sbagliato, ha pagato duramente con anni di carcere, oggi è un cittadino libero. Chi ha aggredito Stati Uniti d’Europa utilizzando questa storia non solo ha fatto una cosa che non c’entrava niente, ma ha dimostrato di essere un giustizialista e non un liberale».

Sammartino, ex renziano di ferro passato con l’altro Matteo (Salvini), ha lasciato la vicepresidenza della Regione perché indagato per corruzione. Conoscendo il suo schietto garantismo sospettiamo di conoscere il commento. Ma glielo chiediamo lo stesso…«Mi pare che anche in questo caso siamo davanti a una sentenza già comminata sui giornali. E da quello che capisco si sono violate le prerogative parlamentari di Valeria Sudano. Senta, gliela dico chiara: io non capisco cosa ci stia a fare un catanese con la Lega. Se dovessi incontrare Luca Sammartino o Pippo Laccoto o gli altri amici vorrei abbracciarli e dire loro: ma che ci andate a fare a Pontida, ragazzi! Riprendetevi! Tornate in voi. Rivendico il dissenso politico perché non posso vedere dei democristiani siciliani votare la Lega di un Salvini ormai in caduta libera. Ma non attaccherò mai né gli amici né gli avversari con argomenti giustizialisti. Anzi, ne approfitto: dico agli amici che vengono dall’esperienza cristiano democratica e popolare di mandare a Bruxelles uno che viene dalla loro esperienza. Uno come me, insomma».m.barresi@lasicilia.it

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