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Focolaio spagnolo per i 6 contagiati di Porto Rotondo Scatta lo screening

Di Gabriele Santoro |

ROMA. Sei contagiati, un numero che potrebbe salire ancora, e il sospetto, ancora tutto da verificare, che il cluster possa aver portato il virus non solo nella Capitale ma anche in altre regioni. Stanno venendo a galla, all’indomani dell’allarme, i primi esiti della festa dello scorso 9 agosto a Porto Rotondo, che ha visto partecipare decine di ragazzi romani in trasferta in Costa Smeralda.

Oggi la Asl Roma 1, l’azienda che serve il territorio di Roma Nord da cui proviene la maggior parte dei giovani, ha comunicato che sei ragazzi di rientro dalla Sardegna sono risultati positivi al test del Covid-19. Due gruppi distinti, che però hanno in comune un particolare: erano tutti presenti alla serata di un dj romano in un famoso club della prestigiosa località turistica. Delle indagini si occupa però per competenza la sanità sarda. Le autorità dell’isola sono al lavoro sul tracciamento, e sta prendendo piede un’ipotesi: i ragazzi sarebbero arrivati a Porto Rotondo direttamente da Ibiza, e potrebbero aver contratto dunque in Spagna il coronavirus. Prima, insomma, di estendere a livello nazionale lo screening sono da verificare con accuratezza i movimenti dei positivi: sembra però, almeno al momento, che tutti provenissero dall’isola spagnola, che abbiano trascorso in Sardegna il tempo dell’incubazione e che poi abbiano manifestato i sintomi una volta di ritorno nella Capitale.

E’ anche la tesi che sembra sposare il sindaco di Olbia Settimo Nizzi: «Si stanno facendo tutti i controlli del caso e si stanno tracciando i profili di tutte le persone con cui i positivi hanno avuto rapporti, come da protocollo», ricorda. Certo però «un po’ più di attenzione sicuramente avrebbe fatto bene. Una volta venuti meno i divieti, molti ragazzi si sono mossi da una parte all’altra d’Italia e d’Europa. Potrebbe essere il caso di Porto Rotondo – prosegue il sindaco – Questi giovani sono diventati positivi in Sardegna, ma non necessariamente hanno contratto il virus qui».

Tra i giovani di Roma Nord, intanto, il tam tam è senza fine: “Ci sentiamo costantemente – racconta Paolo, 22 anni, (nome di fantasia) che ha partecipato alla famosa festa – Io continuo a rimanere in una casa libera di un amico assieme ad altri due ragazzi che erano con me in Costa Smeralda, per non rischiare di contagiare altre persone. Sono in attesa dell’esito del tampone».

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