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Montante decade dalla presidenza della Camera di Commercio nissena

Di Redazione |

CALTANISSETTA – Antonello Montante non è più presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta: l’imprenditore è decaduto alla luce delle dimissioni formalizzate da cinque componenti del Consiglio camerale (il vicepresidente Calogero Giuseppe Valenza, che ha retto la Camera di Commercio dall’arresto di Montante, i componenti della giunta Giuseppe Scichilione, Beniamino Tarcisio Sberna e Giovanni Lillo Randazzo e il consigliere Terenzio Alio), con il conseguente scioglimento dell’organismo.

L’ex presidente di Sicindustria era rimasto in carica nonostante l’arresto per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Double face” della Dda di Caltanissetta. Spetterà ora alla Regione siciliana nominare un commissario. Montante, a questo punto, perderà anche la carica di presidente di Unioncamere Sicilia.

All’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano (che, nelle more della decisione dei consiglieri camerali di Caltanissetta, aveva già firmato il decreto di sospensione di Montante) adesso toccheranno, di concerto col governatore Nello Musumeci, le scelte più delicate sul dopo-Montante alla Camera di Commercio.

Intervenendo all’Ars, intanto il presidente della regione Musumeci ha comunicato che «non appena domattina il segretario generale della Camera di Commercio di Caltanissetta ci comunicherà le dimissioni presentate oggi da cinque consiglieri, la giunta regionale adotterà la delibera e io firmerò il decreto di scioglimento del Consiglio camerale». Musumeci l’ha detto rispondendo al presidente dell’Antimafia, Claudio Fava, che aveva chiesto spiegazioni rispetto alla mancata rimozione del presidente della Camera Antonello Montante.

«Anomalie che caratterizzano l’iter dell’accorpamento delle Cciaa di Agrigento, Caltanissetta e Trapani» sono intanto denunciate da alcune associazioni, che aggiungono: «Dalle cronache di questi giorni emerge uno spaccato desolante che minaccia seriamente la credibilità della Regione Siciliana in quanto istituzione capace di rendersi impermeabile ai condizionamenti esterni». Legacoop Agrigento, Confcooperative Unione di Agrigento e Caltanissetta, Confesercenti Sicilia Area Centro Meridionale, Confesercenti Trapani, Cna di Agrigento, Cna di Caltanissetta e Cna di Trapani richiamano l’attenzione del governo regionale «sui condizionamenti – affermano – che rischiano di interferire gravemente sulla legittimità di atti amministrativi determinando posizioni di vantaggio per alcuni a discapito di chi confida sul rispetto delle regole». Pertanto le associazioni chiedono al presidente della Regione un «incontro chiarificatore per riportare la questione nell’alveo della legittimità a tutela delle associazioni che rispettano le regole e nell’interesse delle imprese rappresentate». 

Intanto, da domani la commissione Antimafia dell’Ars comincerà le audizioni sul “caso Montante”. Alle 11,30 il presidente Claudio Fava ha convocato una conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’inchiesta che la commissione sta per iniziare. A questo proposito, il vice presidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, ha chiesto al presidente Gianfranco Miccichè di autorizzare la diretta radiofonica delle audizioni della commissione regionale Antimafia che si appresta a entrare nel merito dell’istruttoria aperta sul cosiddetto «sistema Montante». Cancelleri ha anticipato che Radio Radicale sarebbe disponibile a seguire i lavori dell’Antimafia in diretta. «Verificherò e le farò sapere» ha risposto Miccichè a Cancelleri.

Il calendario è in fase di definizione. In audizione saranno chiamati l’ex governatore Rosario Crocetta, indagato nell’inchiesta della Dda di Caltanissetta, l’ex assessore Mariella Lo Bello (anche lei indagata), l’ex assessore Linda Vancheri (pure indagata). Saranno ascoltati anche i due testi chiave delle accuse contro Montante: l’ex assessore nel governo Lombardo Marco Venturi, e l’ex responsabile dell’Irsap (aree industriali) Alfonso Cicero. In commissione saranno chiamati pure l’ex presidente di Sicindustria Ivan Lo Bello, che guidò l’associazione prima di Montante, e Giulio Cusumano, l’ex manager dell’Ast (Azienda trasporti siciliana) che sarebbe stato minacciato con un dossier scabroso per avere impedito l’operazione di vendita delle quote pubbliche della società alla Jonica Trasporti, socio di minoranza con una partecipazione nel capitale detenuta da Antonello Montante. Nell’elenco delle persone che dovrebbero essere audite in commissione Antimafia ci sono anche l’ex assessore all’Energia nella giunta Crocetta, il pm Nicolò Marino, contro cui sarebbe stato preparato un dossier per screditarlo; l’attuale vice presidente della Regione siciliana Gaetano Armao, che da ex assessore all’Economia nel governo di Raffaele Lombardo ha parlato con i pm di Caltanissetta del ruolo che Montante avrebbe avuto nel ribaltone politico; l’attuale assessore ai Rifiuti Alberto Pierobon; dirigenti della Regione e alcuni giornalisti. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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