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Catania, i “furbetti” della giustizia: indagati trenta lavoratori del Tribunale

Di Salvo Cutuli |

Sarebbero una trentina all’incirca i dipendenti amministrativi del Tribunale accusati, a vario titolo, di assenteismo per aver timbrato il badge ed essersi allontanati senza permesso dal posto di lavoro. L’inchiesta sui furbetti della giustizia sarebbe scaturita da una segnalazione anonima recapitata in Procura della Repubblica, affidata alle indagini dei carabinieri del Comando provinciale coordinati dal pubblico ministero Fabio Regolo.

Tre lavoratori sarebbero già stati interrogati, come conferma al telefono il segretario provinciale etneo della Confasl-Unsa, Bernardo Capodicasa: «Sono a conoscenza dell’inchiesta, ma non ho ancora elementi utili per rilasciare una dichiarazione in merito. Attendiamo di leggere le carte – chiarisce – prima di esprimere un giudizio complessivo sull’intera vicenda». L’indagine sarebbe alle battute iniziali ed è coperta dalla massima riservatezza investigativa. Non si esclude che in seguito possa coinvolgere dirigenti e funzionari responsabili di mancato controllo. Per settimane i militari dell’Arma avrebbero monitorato i movimenti del personale presunto infedele, con l’ausilio di telecamere nascoste puntate sui badge disseminati nelle varie sezioni del Tribunale (tra piazza Verga e l’ex Pretura di via Crispi), disponendo inoltre appostamenti e pedinamenti in bar, mercatini e centri commerciali, utili a ricostruire ogni singolo movimento non autorizzato al di fuori dal luogo di lavoro di persone che avrebbero dovuto garantire per primi il rispetto della legge.

Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche la posizione di un numero imprecisato di lavoratori, responsabili di aver “strisciato” il cartellino delle presenze per conto di altri colleghi, consolidando così un rapporto di complicità e scambio di favori tra presunti assenteisti. Sarebbe l’ennesima conferma di un vizio tutto italiano, diffuso soprattutto tra i dipendenti pubblici e difficile da sradicare, nonostante le svariate inchieste consegnate alle cronache in varie parti d’Italia con l’adozione di provvedimenti di licenziamento, adottati naturalmente nei casi più gravi, nel tentativo di scoraggiare il fenomeno. Al momento non è chiaro se le indagini siano state estese a tutto l’organico dell’amministrazione della giustizia etnea, oppure se mirate ad un numero ristretto di uffici.

A Catania, i lavoratori alle dirette dipendenze del ministero della Giustizia sono circa settecento, distribuiti a supporto di sei sezioni civili, cinque compartimenti penali, due Corti di Assise e presso l’ufficio del Giudice per le indagini preliminari. La sesta sezione civile e la quarta sezione penale sono distaccate in via Francesco Crispi. La sezione Lavoro di via Guardia della Carvana, a quanto sembra, sarebbe la sola completamente estranea alle indagini.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA