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Delitto Loris, fino a 3500 euro

Delitto Loris, fino a 3500 euro per un’ospitata in tv: «E’ uno stipendio»

Il ruolo di madre e sorella di Veronica nelle carte della Procura

Di Mario Barresi |

Ragusa. All’anagrafe è Anguzza Carmela. Ma ormai è conosciuta dal pubblico televisivo come “Carmen”. È la madre di Veronica Panarello, un rapporto da sempre tormentato. La donna, nelle intercettazioni subito dopo il delitto di Loris, non risparmia sospetti né critiche alla figlia. Ma, all’improvviso, cambia posizione. Diventa innocentista.

Così come l’altra figlia, Antonella, anch’essa più volte presente in tv. A questa inversione di marcia polizia e carabinieri dedicano un intero capitolo dell’informativa di fine indagini, con particolare riferimento alla «loro partecipazione ai programmi televisivi». Ed è in questo contesto che, grazie a numerose intercettazioni, si ricostruisce una specie di “tariffario del dolore”: conduttrici, giornalisti e produttori che chiamano, concordando prezzi per le ospitate e promettendo «regalini». Tutto ben accetto, da chi è convinto che «è come uno stipendio». Il 26 gennaio – ricostruiscono gli investigatori – mamma “Carmen” parla con Emanula, «addetta della trasmissione “Domenica Live”».

LE INDAGINI FAI DA TE

IL PROFILO “PERSONOLOGICO” DI VERONICA

IL COLLOQUIO IN CARCERE: “SEI STATA TU?”

Poi le passa Barbara D’Urso, regina dei pomeriggi televisivi, che «cerca di convincerla a continuare questa battaglia, tornando in trasmissione». Dicendo alla madre di Veronica: «Devi tornare in trasmissione a dire che hai visto tua figlia e, guardandola negli occhi, lei ti ha detto che è innocente». La D’Urso insiste sul fatto che «in questo momento dobbiamo rimanere sul pezzo perché altrimenti l’opinione pubblica si convince sempre più che Veronica è colpevole». La Anguzza si fa pregare, le sembra «una forma di sciacallaggio». Sia Barbara che Emanuela, si legge negli atti, «cercano in tutti i modi di convincerla, dicendole che sono disposte ad aiutare il figlio minore con eventuali consulti presso strutture mediche e con dei piccoli regali».

Ma le microspie piazzate in carcere conoscono già la tariffa fissata: 3.500, come si evince da un colloquio fra Veronica e Antonella del 24 gennaio. Il rapporto continua: altri 2mila euro per la puntata del 1º febbraio. Ma la madre si lamenta: «È troppo poco». Poi si consulta col figlio e s’informa con la stessa Emanuela se il compenso «è solo per questa domenica». Alla risposta affermativa chiede: «È possibile anticipare a 30 giorni il pagamento, anziché a 60, perché ho bisogno di soldi». In un’altra telefonata con Mediaset, l’accordo “ufficiale”: «Contratto di 500 euro, a nome del figlio Ignazio, per l’intervista di lunedì». Poi ci sono le prestazioni speciali. Come la diretta dal carcere, appena uscita dal colloquio con Veronica. Graziana Alessandrello chiama per conto di “Mattino Cinque” e concorda con mamma Carmela le domande per la «nostra esclusiva» e che «poi faranno un unico conteggio».

“Carmen” dice che «i soldi me li stanno mandando a pezzi a pezzi», ma non è tanto male «perché così è come se mi danno uno stipendio un po’ alla volta». Infatti, ai giornalisti all’uscita del carcere dirà: «Ho l’esclusiva, quelllo che ci siamo dette lo ascoltate in televisione». L’elenco continua. Il 23 giugno Alberto Viggiani di “Delitti e Segreti” invita l’ospite tanto ambita in trasmissione: volo, soggiorno, e «contratto a nome di un’altra persona». Le propone la figlia come firmataria del contratto, ma la madre non si fida: «Poi i soldi li incassa lei! ». La tariffa pattuita è 2mila euro, il doppio di quanto prende la stessa Antonella per partecipare alla stessa trasmissione. I colloqui continuano in piena estate per rivendicare i pagamenti. Il 23 luglio Marzia Volpi, sempre di “Delitti e Segreti”, assicura alla Anguzza che «i soldi arriveranno a fine agosto».

Lo stesso giorno mamma Carmela chiama la figlia Antonella: «Quanto ti hanno tolto a te di parcella? ». Risposta: «Duecento euro». Gli investigatori sostengono nell’informativa che «le due donne hanno trovato un’ottima risorsa economica nei proventi derivanti dalle loro partecipazione ai programmi televisivi». Su questi aspetti, al di là della valenza nell’indagine sull’omicidio di Loris, i pm di Ragusa hanno aperto un fascicolo. Così come sul giallo dei finti slip lasciati da una troupe televisiva nei pressi della scuola frequentata dal bambino per uno scoop durato il tempo di un caffè. «A tempo debito – dicono dalla Procura – ci occuperemo anche del rilievo di questi episodi». Anche la zia del marito di Veronica, l’“innocentista” Antonella Stival, è molto corteggiata dai programmi televisivi.

In un colloquio in carcere, il 30 maggio, è assieme a Veronica e alla sorella Antonella. Che si prende il rimbrotto della carcerata più famosa d’Italia: «Ma ti credi che non me lo sono venuti a dire che ti sei fatta pagare per le interviste? Quanto prendi? ». Lei risponde: «Mille euro, quanto Antonella (Stival, ndr) ». La replica: «Non ti credo. Comunque, ora prendi duemila euro e li dai a Villardita (Francesco, il difensore, ndr)… ». La sorella acconsente: «Appena li prendo glieli porto». Zia Antonella, in questo contesto e in altri, giura che le sue ospitate sono gratis: «Lo faccio per dimostrare che non è stata lei». E anzi, a proposito di miserie umane dietro alla morte di un bambino di 8 anni, lancia delle accuse a Francesco Panarello, padre “innocentista” di Veronica.

Parlando di lui con un amico, Domenico, il 13 giugno la donna racconta: «Non fa altro che approfittare e vivere sulle spalle degli altri, speculando sulla situazione e soprattutto su di me (…) per farmi uscire soldi per Veronica mentre lui non ha mai messo un centesimo». Anzi, «ha fatto sparire i soldi dalla Poste Pay che i sostenitori versavano per Veronica». Di questo “ammanco” la figlia chiederà conto al padre, il 21 febbraio, in carcere. «Non ti interessa, non devi preoccuparti», l’evasiva risposta. Ma della presenza televisiva della zia acquisita, gli inquirenti colgono un altro aspetto: «Mentre la partecipazione ai programmi televisivi da parte di Anguzza Carmela e Panarello Antonella ha un chiaro fine economico, quella di Antonella Stival, anch’ella spesso protesa a tali presenze, ha quale fine quello di convincere l’opinione pubblica dell’innocenza di Veronica e con molta probabilità per un presenzialismo ed egocentrismo marcato».

Antonella, nelle intercettazioni citate, parla con i giornalisti di “Visto” e di “Panorama”, «ma la mia preferita – rivela al telefono il 27 aprile – è Agnese (Virgillito, di “Mattino Cinque”, ndr), è la più brava di tutte, perché mi ha fatto la cortesia di risollevare il polverone». La Stival concorda con i giornalisti argomenti e strategie. E lo stesso fa con l’avvocato Villardita: «Dobbiamo andarci in tv, per difendere Veronica. Ma l’importante è sapere le domande prima». Un altro capitolo riguarda lo stesso avvocato. Negli atti c’è la sintesi di una telefonata del 13 dicembre, poco dopo l’arresto, fra Villardita e la madre di Veronica, alla quale «rimprovera il fatto che lei e sua figlia hanno parlato malissimo in Tv di Veronica».

E poi: «L’avvocato – si legge – continua dicendo che, se vuole, può rifare un’altra intervista per ritrattare tutto quello che è stato detto su Veronica e puntualizza che lo deve fare di sua spontanea volontà e non perché glielo sta dicendo l’avvocato». Un profilo delicatissimo, soprattutto perché non sarebbe consentito l’uso di conversazioni di un legale nello svolgimento del suo mandato. Ma questa moral suasion rientra nei confini oppure no?

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