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Ignazio Cutrò: «Lo Stato mi ha abbandonato, mi tolgono la protezione»

Di Redazione |

“Da domani io e la mia famiglia non avremo più la protezione da parte dello Stato. Eppure appena due mesi fa un boss è stato intercettato mentre parlava di me e dei fastidi che ho provocato alla  mafia locale. Da domani io sarò con una normale autovettura senza vetri blindati, della quale a questo punto potrei probabilmente farne a meno. Eppure alcune settimane fa sono stati scarcerati i soggetti che ho fatto condannare con le mie testimonianze. La mia famiglia, invece, non avrà più alcun tipo di protezione. Da domani verranno anche smontate le  telecamere che consentivano ai carabinieri di videosorvegliare la mia casa. Eppure i carabinieri circa due mesi fa hanno arrestato alcune  persone che – intercettate – dicevano: “Appena lo Stato si stanca… che gli toglie la scorta poi vedi che poi…”.

E’ questa la denuncia di Ignazio Cutrò, testimone di giustizia, l’imprenditore di Bivona che con le sue denunce ha fatto condannare i boss e i gregari della cosca del suo paese.

“Da domani – ha aggiunto – non ci sarà più la protezione che avevamo io e la mia famiglia perché secondo l’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale del Ministero dell’Interno ed il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, che fa capo alla Prefettura di Agrigento, io non sono più in pericolo di vita. Eppure le intercettazioni sono state pubblicate poco tempo fa. Eppure le scarcerazioni sono avvenute poche settimane fa. Che messaggio vuole mandare lo Stato con questa decisione? Il Comitato, ancor prima di me, conosceva il contenuto di quelle intercettazioni. Sono stati i carabinieri ad intercettare due persone mentre dicevano “Appena lo Stato si stanca… che gli toglie la scorta poi vedi che  poi…”. Ma oggi lo Stato mi ha abbandonato su quel ring. E non mi resta che attendere e pregare, per me e la mia famiglia”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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