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Maria Falcone: «La morte di Riina? Non gioisco, ma non perdono»

Di Redazione |

«Non gioisco per la sua morte, ma non posso perdonarlo. Come mi insegna la mia religione avrei potuto concedergli il perdono se si fosse pentito, ma da lui nessun segno di redenzione è mai arrivato». Lo ha detto Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia, commentando la morte del boss Totò Riina.

«Totò Riina – ha detto invece Rosi Bindi, presidente della commissione antimafia – è stato il capo indiscusso e sanguinario della Cosa Nostra stragista. Quella mafia era stata già sconfitta prima della sua morte, grazie al duro impegno delle istituzioni e al sacrificio di tanti uomini coraggiosi e giusti. Non possiamo dimenticare quella stagione drammatica, segnata dal delirio eversivo di un uomo spietato, che non si è mai pentito dei suoi crimini efferati e non ha mai collaborato con la giustizia. A noi resta il dovere di cercare le verità che per tutti questi anni Riina ha nascosto e fare piena luce sulle stragi che aveva ordinato. La fine di Riina non è la fine della mafia siciliana che resta un sistema criminale di altissima pericolosità».

«E’ morto Salvatore Riina il boia di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993 – ha detto invece Giovanna Maggiani Chelli, dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. In via dei Georgofili ha messo in atto ‘La strage del 41 bis’ come la definì il Procuratore Gabriele Chelazzi: 5 morti, 48 feriti sono stati il tentativo di Salvatore Riina di far abolire il 41 bis. Abbiamo speso 25 anni della nostra vita e non ce l’ha fatta Salvatore Riina a fare abolire sulla carta bollata il carcere duro ed è morto a 41 bis, questo è quanto dovevamo ai nostri morti. Tuttavia fin da quel 1993 e fino ad oggi – aggiunge – i passaggi da 41 bis a carcere normale, hanno denotato quanta forza nell’ambito dello Stato sia stata spesa per assecondare i desiderata della mafia, ma questo è un capitolo ancora tutto aperto. Stiamo aspettando un processo per capire chi aveva in quel 1993 promesso a Riina ,in cambio di morti, l’abolizione del 41 bis».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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