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Catania: “fidanzato ideale” sui social, abusava e ricattava ragazze minorenni, arrestato un 27enne

Adescate su internet e conquistata la loro fiducia, l'uomo chiedeva foto e video osè. Poi le minacciava   

Di Redazione |

Un giovane di 27 anni, Orazio Giuseppe Battaglia, è stato arrestato a Catania dai carabinieri con l’accusa di abusi e violenze seriali nei confronti di minorenni. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip del Tribunale di Catania per i reati di pornografia minorile, prostituzione minorile, estorsione e atti persecutori con le aggravanti della minorata difesa e dei motivi abbietti. 

 L’indagine, coordinata dalla Procura etnea e condotta dal Nucleo Operativo dei carabinieri di Catania, prende spunto dalla denuncia di una ragazza di sedici anni, che nell’agosto del 2017 aveva raccontato di essere stata contattata attraverso i social dall’indagato e di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del giovane. L’immediato sequestro del telefono cellulare di Battaglia e la successiva analisi dei suoi contenuti aveva permesso di riscontrare quanto riferito dalla sedicenne ma soprattutto di svelare abusi anche nei confronti di altre cinque minorenni di età compresa fra i 13 e 16 anni.

Tutte sarebbero state vittime di un consolidato modus operandi dell’indagato che, dopo aver individuato in rete le ragazze più fragili e quindi più facili da adescare, raccoglieva informazioni personali sul loro conto e si adoperava, tramite chat e videochiamate, ad instaurare con loro un rapporto di confidenza e e complicità adulandole e lusingandole con complimenti, espressioni affettuose e promesse d’amore. Secondo quanto ricostruito durante le indagini, il 27enne acquisita la fiducia delle minori, convinte di relazionarsi con un fidanzato ideale, le induceva a discutere di argomenti attinenti alla sfera sessuale chiedendo loro in modo ossessivo e reiterato l'invio di foto e/o video in pose erotiche o di nudo, suggerendo persino le precise modalità di realizzazione del materiale pedopornografico e promettendo illusori incontri amorosi oppure l'acquisto di costosi vestiti o cellulari. 

In caso di rifiuto, l’indagato le minacciava di riferire delle conversazioni o dell’invio delle foto compromettenti ai genitori e ai fidanzati, ai servizi sociali o ai carabinieri, così – come sottolineato dalla Procura – da "controllarle emotivamente, terrorizzarle" e "estorcere loro" la produzione di altro materiale pedopornografico. Le minacciava, inoltre, di pubblicare su internet o su Facebook i loro numeri di telefono, di presentarsi in casa loro, di pedinarle o di farle aggredire, spacciandosi per un agente di un gestore telefonico in possesso di informazioni riservate. In altre occasioni, l’indagato aveva chiesto persino di intrattenere rapporti sessuali con terze persone. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA