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Omicidio Elena, pm chiedono perizia sulla mamma che uccise la figlia

La Corte d’Assise scioglierà la riserva il 20 maggio.

Di Laura Distefano |

“Chiediamo che la Corte d’Assise disponga una perizia per valutare le capacità di Martina Patti al momento dell’omicidio della figlia Elena Del Pozzo”. Questa la richiesta formulata dal procuratore aggiunto Fabio Scavone, che rappresenta assieme alla pm Assunta Musella, l’accusa nel processo contro la giovane madre (rea confessa) che il 13 giugno 2021 ha ucciso, accoltellandola, la figlia di quasi 5 anni, seppellito il cadavere in un campo a Mascalucia, nel Catanese, e poi inscenato un finto rapimento.

Un’istanza che arriva nell’udienza in cui è stato sentito l’ultimo teste della difesa, composta dagli avvocati Tommaso Tamburino e Gabriele Celesti. A parlare è stato lo zio materno che abitava al piano di sotto della villetta dove viveva Martina Patti con la bambina dopo la separazione con il papà Alessandro Del Pozzo. Ha raccontato di aver più volte sentito discutere i genitori di Elena nel periodo della convivenza. Il presidente dell’Assise, Sebastiano Mignemi, ha annunciato che la Corte scioglierà la riserva sull’istanza dei pm sulla nomina dei consulenti il 20 maggio prossimo. L’avvocato della famiglia Del Pozzo, Barbara Ronsivalle, si è associata alla richiesta della procura e sicuramente nominerà un perito di parte. I legali della Patti si sono rimessi alla decisione dei giudici.

Lo psichiatra Petralia, nominato dalla difesa, ha evidenziato che l’imputata nel momento dell’omicidio era in uno stato dissociativo e quindi incapace di intendere e di volere. E ha indirizzato quanto avvenuto in via Euclide a Mascalucia a un “figlicidio altruistico”. Se la Corte d’Assise dovesse dire sì alla perizia significherà mettere in stand by il dibattimento per il tempo necessario ai consulenti nominati di poter esaminare l’imputata e poi elaborare le conclusioni.

Ma stamattina c’è stata la richiesta della difesa anche di depositare dei video che mostrano come madre e figlia relazionavano anche nel periodo prossimo al tragico omicidio. La Corte dovrà decidere anche su questo: nel frattempo ha chiesto agli avvocati di mettere a disposizione delle parti i filmati. A queste sollecitazioni ha risposto l’avvocato di parte civile, chiedendo di poter depositare materiale video inerente il rapporto padre e figlia. Un processo quindi il cui epilogo, a fronte di una drammatica confessione di Martina Patti ribadita anche nella testimonianza resa durante l’esame in aula, è fortemente legato alle consulenze.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA