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Salvi lascia Catania, nominato Pg a Roma. E Lari a Caltanissetta

Salvi lascia Catania, nominato Pg a Roma. E Lari a Caltanissetta

Il plenum Csm vara in una sola seduta e a ritmi serratissimi (una mezzora in tutto) quattro nomine importanti. Nuovi procuratori generali anche a Milano e Napoli. Corsa aperta per la successione alla Procura etnea

Di Redazione |

ROMA – A dieci giorni dal richiamo del capo dello Stato a procedere con rapidità alle nomine dei capi degli uffici giudiziari, come primo tassello per arrivare a una giustizia più veloce, il plenum Csm vara in una sola seduta e a ritmi serratissimi (una mezzora in tutto) quattro nomine importanti. E sceglie all’unanimità i nuovi procuratori generali di Roma, Milano, Napoli e Caltanissetta, cancellando così la spaccatura tra i consiglieri togati che si era invece registrata sulla prima nomina importante, quella del procuratore di Palermo, ora al vaglio della giustizia amministrativa.   A guidare la procura generale di Roma, prendendo il posto lasciato libero da Luigi Ciampoli, sarà Giovanni Salvi, dal 2011 procuratore di Catania, ma per per 20 anni sostituto alla procura ordinaria della Capitale e poi sostituto Pg alla Corte di Cassazione. Nella sua carriera si è occupato di indagini delicate, come quelle sulla strage di Ustica, gli omicidi Pecorelli, Calvi e D’Antona e di inchieste sui Nar e le Br. E da ultimo a Catania ha coordinato l’inchiesta su uno dei più tragici naufragi nel canale di Sicilia in cui hanno perso la vita oltre 750 persone. Esponente di Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, è stato anche componente togato del Csm. In attesa di conoscere chi lo sostituirà, le redini della Procura passano temporaneamente all’aggiunto Michelangelo Patanè.   Al vertice della procura generale di Milano invece approda Roberto Alfonso, (inizialmente candidato di minoranza per il posto di Pg a Roma), dal 2009 procuratore di Bologna e per 16 anni pm alla procura nazionale Antimafia. A Bologna ha guidato una delle più imponenti operazioni contro la ‘Ndrangheta al Nord, l’indagine Aemilia che a fine gennaio ha portato a 117 ordinanze di custodia cautelare. E tra le inchieste che ha coordinato ci sono quelle sui rimborsi dei consiglieri regionali, sulla scorta negata a Marco Biagi e sulla pista palestinese per la strage alla stazione di Bologna. Sotto la sua direzione anche le due inchieste che hanno visto cadere il sindaco Flavio Del Bono e il presidente della regione Vasco Errani. È ritenuto vicino alla corrente di Magistratura Indipendente, il gruppo più moderato delle toghe.   Il nuovo Pg di Napoli è Luigi Riello, attualmente sostituto pg in Cassazione. Per lui si tratta di un ritorno nel capoluogo campano: è già stato lì per 13 anni, prima come giudice, poi come consigliere alla Corte d’appello. Da pg in Cassazione, ha sostenuto l’accusa nei processi per le stragi di via Fauro e di via Palestro, sulla Scuola dei marescialli di Firenze e sull’omicidio di Meredith Kercher. Eletto nel 2002 componente togato del Csm, è stato anche segretario di Unicost, la corrente di centro delle toghe e attualmente è presidente della sezione dell’Anm della Corte di Cassazione.

Non dovrà cambiare città ma incassa la promozione anche Sergio Lari: da capo della procura ordinaria diventa Procuratore generale di Caltanissetta. Lari ha sempre lavorato negli uffici giudiziari siciliani: è stato tra l’altro procuratore di Trapani, aggiunto alla procura di Palermo, prima di essere nominato nel 2008 procuratore di Caltanissetta. Tra le indagini più importanti che ha diretto, quelle sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Anche lui ha un passato al Csm: è stato componente togato nel gruppo del Movimento per la Giustizia. Per Lari la nomina arriva dopo la sconfitta incassata per il posto di procuratore di Palermo: con il procuratore di Messina Guido Lo Forte, l’altro grande escluso, ha impugnato la nomina di Francesco Lo Voi, ottenendone l’annullamento. Ma proprio oggi il Consiglio di Stato ha sospeso gli effetti di quella sentenza.   Soddisfatto per l’unanimità registrata sulle nomine ma anche per la scelta di magistrati di “grande esperienza e valore”, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini che ha colto l’occasione per segnalare che il plenum ha sinora varato 110 nomine direttive e si prepara a licenziarne un’altra trentina.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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