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Ponte sullo Stretto, l’ad di Webuild Pietro Salini: «Penso che riusciremo ad avviare i lavori entro l’estate»

L'amministratore delegato della società coinvolta nella costruzione dell'opera: «Sarebbe una follia non farlo»

Di Redazione |

«Penso di sì, giustamente le tante osservazioni del Mase sul progetto bisognerà raffrontarle alle oltre 5.000 tavole che compongono il progetto, che è molto grande, sofisticato e all’avanguardia». Così Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, risponde alla domanda dei giornalisti a margine di Feuromed, in corso a Napoli se sia ancora possibile che i primi cantieri per il ponte sullo Stretto di Messina partano entro l’estate.

«È una follia non farlo», ha detto Salini riferendosi alle polemiche sull’opportunità di un progetto «difficile, complesso» una sfida dalla quale, come società, «probabilmente rimetteremo dei denari».

Quando verrà messa la prima pietra per il ponte sullo stretto di Messina? «Dipende dalla politica, noi siamo pronti. Le squadre stanno aspettando di essere convocate», ha aggiunto. «Ogni mattina c’è un permesso da superare», ha detto ancora. Rispondendo alla domanda di una giornalista se i chiarimenti richiesti dal Mase possano allungare i tempi ha risposto: «Penso di no. Le risposte sono doverose e ricordatevi che si tratta di un progetto molto grande con migliaia di documenti. E’ chiaro che ci siano delle domande che qualcuno giustamente fa e noi diamo delle risposte e credo che si possa andare avanti in questo progetto che è una bella bandiera per l’Italia».

Per Salini la cosa preoccupante nel dibattito sull’utilità e sulla tenuta delle infrastrutture «non è che ci siano opinioni diverse – è la bellezza della democrazia – è invece il fatto che la politica si mette a fare i conti dei ponti. È bene che i conti dei ponti li facciano i tecnici poi le scelte toccano ai politici». «Se il ponte sta in piedi lo dice un ingegnere – ha concluso- poi se di deve fare o no lo dice la politica».

Il vicepremier

Anche il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, oggi principale promotore dell’opera, ha voluto sottolineare ancora una volta che «oggi non fare il Ponte sullo Stretto sarebbe un danno economico, sociale e ambientale senza senso». Lo ha detto in occasione del convegno organizzato in per la 1° Giornata Nazionale di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, organizzato dal consiglio nazionale degli ingegneri e dei geologi.

«L’ossessione dei giornalisti è quando parte il Ponte, per me l’importante è che parta – ha spiegato Salvini – Il ponte 15 anni fa non avrebbe risolto i problemi della Sicilia, oggi è l’anello di congiunzione che unisce i 30 miliardi di euro di cantieri aperti in Sicilia e gli altri 30 in Calabria», ha spiegato Salvini, sottolineando che «solo in Italia c’è un dibattito politico sulle opere pubbliche».

Il ministro

Anche il ministro per la Protezione Civile e del Mare, Nello Musumeci, a margine del convegno ha parlato del Ponte spiegando che «è uno degli obiettivi prioritari del governo Meloni in forza del quale abbiamo chiesto ed ottenuto il consenso degli italiani, una coalizione seria mantiene gli impegni. Si sta lavorando con un ritmo sostenuto, io non sono abituato a dare scadenze e dare, dico soltanto che in questo Mediterraneo che cambia dove il mare torna ad essere protagonista delle agende politiche dei governi, il ponte non è un capriccio ma diventa una infrastruttura necessaria».

Salvini al question time al Senato

I rilievi del Ministero dell’Ambiente “non rappresentano una bocciatura, la bontà del progetto non viene messa in discussione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al question time al Senato. «Il numero delle osservazioni non desta preoccupazione ai tecnici», ha sottolineato il ministro, aggiungendo che «il ponte non lo farà la politica ma i migliori tecnici italiani, giapponesi, danesi, spagnoli e americani». Il Ponte sarà «un’opera utile, sicura e sostenibile non al ministro Salvini ma a milioni di calabresi siciliani e italiani che l’aspettano da 50 anni», ha concluso il ministro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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